Nei giorni scorsi ci siamo imbattuto in una querelle sui social riguardante l’abbattimenti di alcuni alberi nel giardino pensile antistante la ex scuola media Rogadeo di Via Abbaticchio.
Questa notizia ha destato molto scalpore con opinioni contrastanti tra i cittadini ed i rappresentanti delle Istituzioni.
Aldilà di ogni ragionamento sulla necessità o meno dell’abbattimento (non la esaminerò in questa sede, anche perché ad oggi non è stato possibile esaminare la tipologia di alberi che sono stati abbattuti), appare evidente che è emerso un quadro abbastanza sconfortante tra quelli che sono i sentimenti dei cittadini e quelle che sono le ragioni dei “burocrati”.
Per esempio, in pochi si sono interrogati sulle cause che hanno determinato la decisione di abbattere gli alberi.
Come spesso accade, manca una informazione riguardo alle motivazioni per cui si interviene sugli alberi, accompagnata, altresì, da una poca trasparenza rispetto alla futura sostituzione di quanto tagliato. E, pertanto, quella che potrebbe essere un piano di gestione o di manutenzione del verde urbano, agli occhi della cittadinanza, viene visto come un mero piano di abbattimento indiscriminato. Ma cosa ancora più grave manca una condivisione di queste decisioni con le realtà associative presenti sul territorio: basti ricordare che l’ultima riunione della Consulta dell’ambiente e del Territorio si è tenuta nel febbraio del 2012.
A nostro parere manca, poi, un’anamnesi del singolo albero, di parte o dell’intero patrimonio arboreo, cioè la raccolta di tutte quelle informazioni, notizie e sensazioni che possono aiutare a indirizzarsi verso una diagnosi. Quasi sempre si preferisce trovare la soluzione facile, quella a portata di mano, abbattimenti e capitozzature.
Ma, se, per un attimo, volessimo essere più teorici potremmo affermare che quella che, in genere, manca è una visione biocentrica secondo la quale l’uomo è solo una specie animale, sia pure con una sua specificità, nel cosmo o ecocentrica perché la nostra specie non deve essere particolarmente privilegiata. Invece si tende sempre a porre al centro l’uomo e i suoi interessi, giustificando qualunque spreco e aggressione.
Molto probabilmente i cittadini che si sono indignati innanzi alla visione degli alberi falcidiati non hanno letto l’Enciclica “Laudato Sì”, ma incredibilmente si sono richiamati alle parole di Papa Francesco laddove hanno ricordato che quello era, per loro, un luogo della memoria e quegli alberi rappresentavano la storia, la cultura, l’identità che accresceva il loro senso di appartenenza, la loro sensazione di radicamento e il loro “sentirsi a casa” all’interno del quartiere. E di questo bisogna sempre tenerne conto.
Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura ( anche del verde) di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale.
Sempre Papa Francesco ci ricorda che “… l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio. In modo più diretto, chiede di prestare attenzione alle culture locali nel momento in cui si analizzano questioni legate all’ambiente, facendo dialogare il linguaggio tecnico-scientifico con il linguaggio popolare … lo sviluppo di un gruppo sociale suppone un processo storico all’interno di un contesto culturale e richiede il costante protagonismo degli attori sociali locali a partire dalla loro propria cultura.” ( paragrafi 143 e 144).
Fatte queste riflessioni, l’associazione Fare Verde Bitonto si auspica che venga quanto prima convocata la consulta dell’ambiente e del territorio; ma suggerisce anche di attuare un piano di riforestazione della città che contempli alberi di alto fusto ed essenze autoctone, prevedendo in caso di taglio, un’adeguata compensazione, con la contestuale piantumazione di nuovi alberi. E la loro successiva cura. Qualcosa si è fatto negli ultimi anni, ma non è sufficiente per una Città in continua crescita e con pochi spazi verdi. In questo senso, in ossequio alla legge 10/2013 (norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), si rimarca che l’amministrazione continua ad essere completamente inadempiente ( o se non lo è, non vi è alcuna informazione al riguardo) rispetto alla norma che prevede l’obbligo di messa a dimora di un albero per ogni bambino nato o adottato nel comune: una disposizione ( a quanto pare) mai applicata, nonostante innumerevoli solleciti e richiami pervenuti nel tempo.
In ogni caso l’associazione si augura che, nell’ambito di una pianificazione del verde pubblico e nella puntuale e rigorosa attuazione di un regolamento per il verde pubblico e privato, venga data priorità alla gestione del verde, allo sfalcio, alla potatura dei rami secchi, alla individuazione di nuove aree verdi e alla riqualificazione del bosco comunale di Bitonto che da decenni versa in pessime condizioni di salute e manutenzione.
(Foto tratta dai social)