Da Dionigi Tafuto, segretario cittadino di “Rifondazione comunista”, riceviamo e volentieri pubblichiamo
La pandemia del Covid-19 ha dimostrato senza dubbio che, uno Stato debole, senza capacità di spesa e d’intervento, non serve alle popolazioni.
Ma la debolezza del nostro Stato si è manifestata anche attraverso il disordine e la scompostezza che le Regioni e i loro presidenti che si fanno chiamare impropriamente “governatori” hanno manifestato nei rapporti con lo Stato centrale, nei rapporti tra loro e anche schiacciando le autonomie locali dei Comuni.
Ebbene, è ora che i sindaci dei tanti Comuni d’Italia – a partire anche quello di Bitonto che occupa anche un posto di rilievo nelle istituzioni della Città Metropolitana dal precedente mandato – si facciano sentire.
La voce dell’Anci presieduta da Antonio Decaro, primo cittadino di Bari, finora è stata troppo debole. Invece di perdere tempo in video e post, dovrebbe rimarcare che mancano ancora tre miliardi di risorse per evitare che quest’anno i bilanci dei Comuni finiscano in rosso.
È ora che i singoli enti locali tornino a essere centrali nell’organizzazione dello Stato, perché rappresentano la prima linea a contatto con i problemi di ogni giorno dei cittadini: dall’assistenza sociale a quella sanitaria, passando per il problema del diritto alla casa e la mancanza di occupazione, soprattutto al Sud. La riforma del Titolo V del 2001 ha provocato danni ed enormi storture, dando il potere alle Regioni che si sentono tanti piccoli staterelli e ha contribuito a spezzare l’unità del Paese.
Serve un’azione politica non solo per ridare fiato alle finanze dei Comuni, riformando in senso progressivo tutte le forme di tassazione come vuole la nostra Costituzione, ma anche ridare a Comuni, Province e Città metropolitane, togliendo risorse e competenze gestionali alle Regioni che spesso sono gestiti come carrozzoni clientelari ed antidemocratici, al Nord come al Sud.
Il sindaco Michele Abbaticchio, che svolge un ruolo anche al di fuori di Bitonto, collabori con gli altri “colleghi” perché questi temi e le rivendicazioni finanziarie e di competenze diventino un tema di questa campagna elettorale per le Regionali, altrimenti davvero ci toccherà assistere prossimamente al triste dibattito di bassa lega tra nani e ballerine anche nella nostra città, che invece ha bisogno di risorse dallo Stato, come tutti i Comuni d’Italia, e di visioni ambiziose.