Non si è ancora spenta, com’è giusto che sia, la gioia infinita per la promozione in serie C – che sarà ratificata il 3 Giugno prossimo dal Consiglio Federale in uno col Ministero dello sport -, che subito rintocca una nota stonata nel cielo neroverde.
Questa mattina, abbiamo letto quello che non avremmo mai voluto leggere. In un’intervista rilasciata ad un sito internet, il presidente Francesco Rossiello ha dichiarato che, se non dovesse essere pronto il “Città degli Ulivi”, si vaglierebbe l’opportunità di andare a giocare al “San Nicola” di Bari. Ecco, è una notizia che ci rattrista molto, perché riteniamo l’ipotesi una sconfitta per la città. Già, perché il campo sull’erta di via Megra è il tempio – unico, inimitabile- delle gesta dei neroverdi e del cuore pulsante dei tifosi dei nostri beniamini, così come i petali di Piano dei biancorossi. Siamo stati i primi a far emergere la “questione stadio”, prendendo spunto da una lettera aperta del consigliere comunale e braccio destro del presidente del consiglio regionale, oltre che grande uomo di sport, Franco Natilla. Abbiamo elencato nel dettaglio tutti i lavori da eseguire presso la struttura. Abbiamo strappato – in collaborazione con gli insostituibili colleghi di Radio 00 – più di una promessa di intervento all’assessore Domenico Nacci, che ci era parso positivo e propositivo. Egli stesso aveva posto come deadline il 15 giugno, data di scadenza imposta dalla Lega pro per adeguare l’impianto. Nei giorni seguenti, persino il sindaco Michele Abbaticchio era venuto allo scoperto, mostrando di avere a cuore la soluzione del problema. Ma sapevamo, altresì, che il patron, artefice concreto del sogno divenuto realtà, non è solo un galantuomo, ma pure un imprenditore illuminato. Motivo per cui avrebbe già trovato un piano B. Insomma, da quel lontano 6 maggio, sono passati 18 giorni, un’eternità, se pensiamo che già non ce n’erano molti per agire. E non ha molto senso augurarsi rinvii o proroghe. Eggià, perché “dum loquimur fugerit invida aetas”, ammoniva il saggio venosino. Perché, è fondamentale avere cura di quel che è “magna pars” del patrimonio immobiliare cittadino. Forza, urge accelerare. Non c’è più tempo. Dobbiamo remare tutti verso la stessa direzione. Non vogliamo “traslocare” in occasione del nostro speciale appuntamento con la storia…