In questa nuova esperienza di didattica online, durante una lezione di letteratura dell’Infanzia del corso di laurea in Scienze della formazione Primaria, la professoressa ha lanciato una sfida alle sue alunne: scrivere una fiaba per alleviare gli animi dei più piccoli. L’idea è nata dopo la lettura di alcuni classici, come Cenerentola, così ho pensato di scrivere una storia che potesse essere non solo un compito da fare a casa, ma anche un momento di leggerezza da regalare ai più piccoli di questo paese. “Genitori, fratelli, sorelle abbiate ancora la volontà di leggere le fiabe ai più piccoli, alimentate la loro fantasia e risvegliate i loro sogni“
Teresa Antuofermo.
ORENDA, CHE SIGNIFICA “GENTILE”
C’era una volta,
una bambina di nome Orenda, che vedeva il mondo non sempre come era, ma come sarebbe potuto essere con un pizzico di magia. Era la figlia del capo della tribù della Namibia, dove tutto era così armonioso e in sintonia con la natura, proprio come doveva essere, ma qualsiasi regno per quanto felice, può essere toccato dal dolore. Quando la fanciulla aveva solo sei anni perse sua madre a causa di una freccia nemica, che le trafisse il cuore e da quel giorno supplicò suo padre di non commettere più nessuna guerra con le armi, ma solo con la gentilezza e la fratellanza tra i popoli. Tutte le genti, anche le più lontane seppero che le tribù della Namibia deposero ogni lancia di guerra, ma questo, per i guerrieri inglesi, fu solo un pretesto per conquistare quelle terre con la violenza e con l’avidità.
Orenda cresceva sempre più bella e stava diventando una donna, che aveva dentro di sé la stessa saggezza di sua madre e come lei, stava imparando ad ascoltare e a farsi guidare dagli spiriti del vento, del mare, del cielo e della terra. Sua madre non le lasciò solo questi insegnamenti, ma anche una corona fatta di foglie di Salice, che grazie alle proprietà benefiche della corteccia di questo albero, l’avrebbe protetta da qualsiasi malattia e peste. Nessuno sapeva spiegarsi perché la madre di Orenda pensò a proteggere la figlia da un tale male, fino a quando un giorno la loro terra non fu attaccata dai soldati inglesi, pronti a conquistare quei territori incontaminati.
A capo di questa imboscata c’erano i due figli gemelli del Re d’Inghilterra, simili nell’aspetto fisico, ma diversi nel carattere. Erano stati mandati in spedizione dal padre perché chi per primo avesse conquistato quelle terre, si sarebbe impossessato del titolo di re della Namibia, che sarebbe diventata terra d’Inghilterra. Il fratello più ambizioso, appena toccata riva, mise subito in atto il suo malefico piano, mentre il fratello che, non conosceva invidia e ambizione, partì alle prese di un’esplorazione in quelle terre magicamente ricoperte di natura incontaminata. Il villaggio di Namibia fu attaccato da armi sconosciute per quelle popolazioni e molti persero la vita, tra cui il padre di Orenda e fu così che lei con il suo coraggio prese il posto di suo padre e divenne il
nuovo capo della tribù. Trascorso il periodo di lutto, lei decise di stipulare un accordo con il responsabile dell’attacco e della morte di suo padre. Orenda era all’oscuro del fatto che i due figli del re fossero gemelli, così, mentre attraversava il fiume, incontrò il fratello buono e gli parlò. Orenda gli spiegò quanto la natura potesse insegnare loro a vivere e a scegliere la strada giusta per governare con benevolenza e amore.
“La terra non ci appartiene, ogni sua creazione è come te, ha uno spirito e solo difendendola scoprirai le mille cose che non sai!” disse Orenda.
“Vuoi dirmi che questo fiume parla e questa terra si fa male se la calpesto?” chiese il fratello buono.
“Dai corri insieme a me nella foresta, fai entrare un po’ di sole dentro te. Non c’è bene più prezioso e solo così scoprirai la vera ricchezza!” rispose Orenda.
Mentre i due si lasciavano attraversare dai colori del vento e dal suono dell’amore, il fratello cattivo faceva in modo che una linfa mortale attraversasse ogni cosa, radici di alberi, manto di animali e pelli di uomini. Durante il suo ritorno al villaggio, Orenda ripensò a quell’incontro e si convinse sempre più di aver trovato in quell’uomo l’amore e la pace per il suo popolo. Tornata nella dimora della sua tribù, le sue convinzioni subito crollarono nel vedere quanto quel maleficio stesse uccidendo la sua terra e ogni cosa vivente: tutto, tranne lei. Si sentì tradita da quell’uomo, ma capì ben preso che la corona di Salice, datale da sua madre, la stava proteggendo da quella terribile malattia. Decise così di salvare la sua terra, compiendo il più grande atto di gentilezza che potesse fare: pensò di donare porzioni del suo territorio a quei guerrieri, a condizione che entrambi i popoli governassero insieme nella fratellanza.
Udite queste parole, il fratello malvagio, che aveva rinchiuso il gemello buono nei sotterranei della nave, approfittando dell’inganno della loro somiglianza, invitò Orenda a bere una bevanda inglese prima di concludere gli accordi. La donna cadde immediatamente in un sonno profondo e il fratello malvagio, il quale aveva scoperto da un abitante della tribù il segreto dell’immortalità di Orenda, distrusse la corona che la madre le aveva dato in dono e anche la donna fu colpita da quel maleficio.
La natura, da sempre al suo fianco, non ignorò il richiamo di aiuto di cui Orenda aveva bisogno, così anche il più piccolo sasso fece la sua parte: i fulmini si scatenarono, divisero in due la nave con la loro potenza, liberando così il fratello più buono, mentre i lupi della foresta gettarono in fondo al fiume il fratello cattivo. La potenza del vento spazzò via il maleficio e gli abitanti del villaggio tornarono in armonia tra loro e con ogni elemento della terra. Orenda si risvegliò, capì l’inganno e facendosi guidare dagli spiriti dei Salici, che sempre l’avevano protetta, si lasciò andare al bacio del vero amore e per sempre Orenda e il fratello buono governarono le tribù della Namibia in saggezza e gentilezza.