Bambine/i e ragazze/i sono coloro che hanno le più intense relazioni sociali al di fuori della famiglia, il gruppo dei pari, insegnanti, educatrici/ori sono riferimenti essenziali nella loro vita, la squadra sportiva, le classi di musica, i luoghi di aggregazione, sono spazi di riconoscimento, confronto e sostegno che determinano il loro percorso di crescita.
Per questo nutriamo una particolare preoccupazione per gli effetti che questo forzato isolamento potrà avere su di loro. Con questa lettera aperta vogliamo invitare le amministrazioni e tutta la società civile e il mondo produttivo, a guardare questo lungo periodo di isolamento e convivenza forzata con gli occhi delle bambine e dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi che in queste settimane sono sovraesposte/i a fenomeni di impoverimento educativo e di maltrattamento e violenza, diretta o assistita.
E’ inevitabile, e ci viene confermato dalle operatrici dei centri antiviolenza, un maggior rischio in seguito a condizioni di vita difficili ed inedite per le quali nessuno ha a disposizione strategie efficaci di contrasto. Sono proprio le/i minorenni a vivere, per la prima volta nella loro vita, tutto il giorno esclusivamente all’interno di un nucleo familiare che vive condizioni eccezionali di isolamento, spesso in case o in comunità non sufficientemente grandi per usufruire di un proprio spazio, insieme ad adulti gravati da compiti di cura eccezionali, in situazioni di crisi economica dovuta a volte ad una riduzione del reddito familiare, con prospettive di precarietà e condizioni future perlopiù sconosciute, senza il sostegno della rete di pari ed insegnanti, educatrici/ori ed altri adulti che in condizioni usuali li aiutano ad elaborare le criticità delle loro esistenze.
Queste bambine/i e ragazze/i si stanno confrontando con paure ed incertezze straordinarie e stanno subendo un trauma eccezionale che per essere elaborato avrà bisogno di strumenti e metodologie innovative e capaci di interpretare questi tempi.
In una prospettiva positiva possiamo però anche affermare che il tempo che segue l’emergenza è spesso lo spazio migliore per il cambiamento, un’opportunità per osservare e modificare le cause strutturali di molti fenomeni che sono stati esasperati da una crisi. Le prospettive “di cura” che saranno necessarie riguardano le/i minorenni, ma anche le comunità all’interno delle quali vivono e avranno bisogno di un programma e di fondi dedicati.
Scriviamo questa lettera per chiedere a voi, che già siete impegnate/i su questi temi con proposte importanti sull’emergenza, di mettere da ora, immediatamente, in agenda, una audizione parlamentare e la costruzione di un tavolo di lavoro per la programmazione di azioni di sistema che permettano di intervenire sui fattori strutturali della violenza contro le donne così da essere in grado di minimizzare le ricadute negative di ogni altra futura condizione di crisi e di elaborare il trauma collettivo che vede nei bambini e nelle bambine alcuni dei soggetti più vulnerabilizzati, ma anche portatrici/ori di straordinarie capacità e opportunità, protagonisti dell’oggi e non solo cittadine e cittadini del futuro.
Quella che stiamo affrontando non è solo un’emergenza sanitaria, sempre più appare evidente come abbia provocato un’emergenza sociale e se non abbiamo a disposizione un vaccino per il Covid-19 abbiamo a disposizione progetti e competenze per molti degli altri fenomeni che sono “esplosi” a causa dei provvedimenti necessari a gestire la crisi.
Questa è una lettera che vuole porre l’attenzione sul post-emergenza e su quanto sia importante cominciare a pensarlo da ora.
Vi chiediamo quindi di assumere queste esigenze tra le vostre priorità affinché vengano inserite nella programmazione delle azioni che verranno messe in atto alla fine della fase di crisi, nei programmi di finanziamento che verranno dedicati al post-emergenza e perché venga portata all’attenzione dei media l’importanza dell’educazione e di azioni che riconoscano l’importanza delle esperienze e dei punti di vista delle e dei più piccole/i nelle attività di contrasto alla violenza familiare e di intervento all’interno delle comunità più vulnerabilizzate.
Vi chiediamo infine con forza di fare tutto questo insieme, mettendo in atto non solo una capacità di ascolto ma anche di co-progettazione affinchè le alleanze fra le istituzioni, il mondo del non profit e quello del profit, che in particolare in questo momento ha reso evidente l’importanza del suo contributo al sociale, possano valorizzare le competenze di ogni parte della società nel modo più efficace possibile.
Il team di SAFE – Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile a.p.s. – Torino
Stefania Doglioli, Natascia de Matteis, Ferdinanda Vigliani, Emiliana Nardin, Giulia Piantato, Silvia Marino
Prime firmatarie tra i partner supporter :
-Francesca Romana Recchia Luciani, Direttrice del Festival delle Donne e dei Saperi di Genere – Bari
– Barbara Poggio, Prorettrice alle politiche di equità e diversità Università di Trento
– Brigitte Sardo, Presidente APID Imprenditorialità Donna Torino
– Educare alle Differenze – rete nazionale
– Articolo 12 – Empowering Children and Adolescent – Italia
– Aps Inventure – Torino
– Impasse Associazione culturale – Torino
Primi firmataritra i nodi SAFE:
Linearmente onlus a.p.s. – Roma
ALA Milano onlus – Milano
Centro Veneto Progetti Donna – Padova
Io sono Mia, centro antiviolenza a.p.s. – Bitonto
Associazione Voltalacarta onlus – Lanusei
Centro Antiviolenza Paola Labriola – Giraffa onlus – Bari
ApertaMente – Imperia
Centro Antiviolenza Medea onlus a.p.s. – Alessandria
Beta – Benessere, Equità, Territorio, Ambiente a.p.s. – Napoli
Sud Est Donne a.p.s. – Conversano
CAT cooperativa sociale – Firenze
BeFree cooperativa sociale contro tratta, violenza, discriminazioni – Roma
Centro Antiviolenza La Nara – Prato
L’AltraRiva onlus – Pinerolo
Associazione Il Progetto Alice. Studi Genere Educazione e Ricerca – Bologna
Indie Pride a.p.s. – Bologna
SAFE è una rete nazionale composta da 22 associazioni e organizzazioni e importanti partner supporter che sta lavorando sulla valorizzazione del lavoro di chi si occupa da anni di educazione contro la violenza nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, sulla costruzione di strumenti di innovazione didattica e approfondisce attraverso progetti di ricerca-azione il tema dell’impatto sociale degli interventi educativi.
In particolare l’attenzione è sulle ricadute che gli interventi educativi possono avere su tutta la loro comunità di riferimento, sulle potenzialità che l’impresa può esprimere in tema di responsabilità sociale e le correlazioni possibili tra innovazione sociale, innovazione di impresa e innovazione didattica.
Ci interessa ibridare le prospettive profit con quelle non profit e ci rivolgiamo ad entrambi i mondi da una prospettiva di servizio mettendo in gioco competenze di ricerca, networking, formazione e fundraising, favorendo la condivisione di valori, obiettivi e linguaggi . Perseguendo obiettivi di visibilità e lavorando attraverso una rete di partner sostenitori ricerchiamo una ricaduta territoriale e sulle comunità dove risiedono scuole, giovani e imprese. Consideriamo l’assenza di violenza di genere un bene comune, riteniamo che le/i giovani, le aziende, una intera comunità educante ed “educata” anche dai più piccoli, possano contribuire a creare una nuova cultura libera dalla violenza di genere.
Per conoscere la rete e i supporter di SAFE www.fundforsafe.org
Per contattarci info@pensierofemminile.org