L’appuntamento è fissato per dopodomani. Lunedì 9 marzo.
Il presidente di INPS, Pasquale Tridico, ha convocato le segreterie sindacali territoriali di Bari (SLC/CGIL e UILCOM/UIL) per fare il punto sulla situazione dello svolgimento di commessa sulle nuove aziende appaltatrici, Comdata e Network Contacts, ma soprattutto per affrontare meglio tre questioni: il tema dei volumi (quindi delle chiamate entranti, che adesso “ordinariamente” si aggirano tra le 60 e le 70mila al giorno in tutto lo Stivale), la delicata e difficile degli oltre 550 consulenti telefonici del sito molfettese proprio in virtù dei numeri sopradetti, la necessità provare a garantire almeno la retribuzione annua lorda (Ral), ossia la retribuzione lorda mensile moltiplicata per il numero di mensilità percepite durante l’anno.
L’incontro voluto dal numero 1 dell’Istituto nazionale di previdenza sociale nasce in risposta alla prolungata e incessante azione sindacale degli ultimi tre mesi, mirata a “garantire – si legge in una nota sindacale – a tutti i lavoratori condizioni di sostenibilità dell’attuale attività in continuità con il passato e in prospettiva dell’annunciata internalizzazione”. E che, stando alle parole e intenzioni di Tridico, dovrebbe avvenire al termine di questo appalto.
Il vertice ha la genesi con la lettera che proprio SLC/CGIL e UILCOM/UIL territoriali di Bari hanno inviato al presidente INPS poco meno di un mese fa, l’11 febbraio, nella quale mettevano per iscritto le tantissime difficoltà dei 3mila lavoratori impegnati in una delle commesse più importanti d’Italia, “una situazione nella quale né i lavoratori né le aziende possono sentirsi garantiti e guardare al futuro con un minimo di serenità” scrivevano (clicca qui per articolo https://bit.ly/2Ixvom1). E in cui mettevano in risalto soprattutto quelle dei lavoratori ex “Transcom” impiegati nel colosso “Network Contacts”, dove vi è una enorme presenza di interinali con un contratto a dieci ore settimanali (molti di questi usufruiscono del part-time misto, ndr) o a 20. E se il problema, quando la sede era alle porte di Bari, era facilmente azzerabile da un volume di chiamate più elevato, distanza e presenza costante di ore supplementari, a Molfetta la situazione è un po’ più pesante, perché le maestranze sono costrette a percorrere più strada, con un volume chiamate più limitato e ore supplementari ridotte e da suddividere (giustamente) tra tutti coloro che hanno dato la disponibilità. E si tratta di operatori telefonici che mirano (e meritano) a un inizio di stabilizzazione.
La speranza, allora, è che da lunedì qualcosa, in modo definitivo e duraturo, possa davvero cambiare perché condizioni lavorative ottimali gioverebbero non solo alle maestranze, ma anche alle aziende e a INPS stesso.