“Siamo rimasti senza parole. Ieri sera, dopo una abbondante spesa abituale del fine settimana, io e il mio compagno siamo stati al supermercato per prendere il latte e un po’ di pane, ma davanti a noi c’era il deserto. Scomparti completamente vuoti e il personale al banco salumeria che ci guarda e fa: ‘Ragazzi, voi sareste gli ultimi, oggi non ce la faccio più’”. E la foto dice tutto, nessun fake.
Sembra un racconto apocalittico, invece è solo una chiamata ad un’amica bitontina che vive e studia a Milano come tanti. Quanti amici, parenti, fuorisede che si sono spostati nelle regioni del Nord per studiare, vivere, lavorare, che in queste ore si sono ritrovati praticamente spiazzati. Università, scuole, aziende, tutto chiuso e per strada quasi il deserto. “Ormai – aggiunge – se prima quando prendevi la metro o i mezzi per svolgere le attività quotidiane capitava di starnutire o tossire la gente continuava a guardare imperterrita gli smartphone, oggi ti guarda male e si allontana a prescindere”.
“L’azienda dove lavoro – dice un altro amico che lavora per una multinazionale, invece, sempre a Milano – ha lasciato a casa le donne con bambini, consentendo loro di lavorare da remoto. Noi stamattina ci siamo spostati, come sempre, certo che la città si è parecchio svuotata e anche il traffico è drasticamente diminuito: una città spettrale. Ma la vita prosegue: metteremo la mascherina e amen”. Anche a Torino non è diversa la situazione e non se la passano certo meglio a Venezia dove sono state sospesi anche tutti gli eventi del carnevale: “Noi abbiamo scoperto del contagio nella laguna solo mentre stavamo rientrando all’estero, dove studiamo”, ha raccontato un’altra ragazza di Bitonto.
Molti sono anche i genitori bitontini che sono saliti a trovare i figli per questo ponte di Carnevale e dei tanti docenti che, invece, sono scesi per il ponte a casa: tutti dovranno comunicare al proprio medico curante gli spostamenti secondo questo protocollo regionale (leggi qui: https://bit.ly/2T5nWDK).
Intanto a Bitonto impazza la psicosi e abbiamo sentito ben tre farmacisti diversi che ci hanno raccontato che “questa mattina, già nella prima mezz’ora dopo l’apertura, sono finite le scorte di Amuchina gel”.
“Alcune persone – dice un’altra dottoressa – volevano addirittura fare scorta di medicinali, un po’ come se fossero al supermercato”. Un altro medico infine dice che “I disinfettanti e i gel detergenti sono stati venduti in grandi quantità (a prezzi normali), ma già da un mese ormai, da quando è scattata l’emergenza del virus a livello mondiale”. Per quanto riguarda le mascherine tutti i medici confermano che si “è in carenza e anche le scorte stanno via via terminando”.