“Cosa sta succedendo alla commessa INPS, aggiudicata dopo varie vicissitudini al nuovo gestore, il Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) Comdata – Network Contacts – Telesurvey Italia?”
Dopo le denunce dei sindacati dei giorni scorsi (clicca qui per articolo https://bit.ly/2HH3ofE), con le quali e nelle quali spiegavano e illustravano le difficili condizioni lavorative dei quasi 3mila consulenti telefonici – nello scritto, però, si faceva riferimento in modo particolare a Molfetta – che ogni giorno portano avanti la commessa più grande d’Europa, la questione è talmente delicata da aver varcato le soglie del Parlamento.
L’altro ieri, infatti, il deputato del Partito democratico Stefania Pezzopane ha presentato una interrogazione ad hoc con la quale denuncia, ancora una volta, le tante situazioni che andrebbero risolte. In definitiva, allora, l’essere passati, dal 2 dicembre, dalla precedente Rti – Transcom, Almaviva, Covisoc – a quella nuova, avrebbe peggiorato la gestione del servizio del Contact Center multimediale in tutto lo Stivale.
“Cosa sta accadendo – si domanda la piddina – sulla commessa Inps aggiudicata dopo varie vicissitudini al nuovo gestore, il Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) Comdata – Network Contacts – Telesurvey Italia? Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, è a conoscenza che non si sta garantendo, come invece prevede la legge, il rispetto della clausola sociale che stabilisce che tutti i lavoratori interessati siano riassunti ai medesimi livelli occupazionali, salariali e contrattuali, senza procedere a trasferimenti in altre sedi? Ci troviamo di fronte a fatti contraddittori, preoccupano decisioni arbitrarie, unilaterali e discrezionali, che rischiano di produrre numerosi licenziamenti, soprattutto tra le categorie di lavoratori più fragili come quelli in malattia o le lavoratrici in maternità, nei diversi siti dove opera il nuovo gestore in Abruzzo, Puglia e Lazio”. “L’INPS – ragiona ancora Pezzopane – deve richiamare il gestore della commessa alle sue responsabilità, prime fra tutte quella della riassunzione ai medesimi livelli occupazionali e salariali di tutti i 2.800 lavoratori coinvolti nella transizione. E il ministero del Lavoro deve utilizzare ogni strumento che ha a disposizione per portare l’INPS a far rispettare la completa e corretta applicazione della clausola sociale. Il ministro Catalfo avvii immediatamente un tavolo di incontri tra le parti per affrontare la situazione, perché mi giungono varie segnalazioni di casi preoccupanti di abuso”. Il deputato, poi, riaccende la luce sulla questione internalizzazione della commessa, di cui proprio il numero 1 dell’Istituto, Pasquale Tridico, si era fatto latore e promotore. “Se è in campo l’opportunità di internalizzare questo servizio, e di utilizzare direttamente questi lavoratori e lavoratrici, allora questa ipotesi deve diventare una strategia necessaria. Questi lavoratori svolgono un servizio permanente. Possibile che INPS non si ponga il problema dei diritti di questi lavoratori?” Già a settembre, infatti, il presidente dell’Istituto aveva affermato che il servizio sarebbe tornato “a casa” una volta conclusosi il nuovo appalto (due anni + uno rinnovabile, ndr), ma in realtà non si conoscono ancora le modalità con le quali questo dovrebbe avvenire.
Anche il titolare degli Affari regionali, il biscegliese Francesco Boccia, ha chiesto che si faccia luce e chiarezza su una “vicenda che sta assumendo contorni sempre più incomprensibili. Appare sempre più evidente che non può essere consentito ad alcun ente pubblico di scaricare il taglio dei costi delle commesse sulla condizione dei lavoratori, calpestando anche le clausole sociali nelle regioni oggetto del servizio commissionato da INPS, come Abruzzo, Puglia e Lazio”.
Il ministro, inoltre, ha annunciato che chiederà formalmente a Nunzia Catalfo e Pasquale Tridico di “approfondire rigorosamente gli effetti della gestione della commessa”.
C’è da dire, però, che già all’indomani della lettera dei sindacati, l’11 febbraio, Tridico ha provveduto a contattare le aziende che stanno portando avanti la commessa (Comdata, Network Contacts, Telesurvey Italia, ndr), ma non si conosce, ancora, la data di un possibile incontro.
Sempre in casa Network, inoltre, è ancora da capire quale sarà la sorte dei circa 200 somministrati – moltissimi di loro hanno un contratto di 10 ore settimanali – con scadenza di contratto il 29 febbraio.