Tocca ai Comuni. I più previdenti stanno già operando (in realtà, a quanto pare, più su base volontaria), altri sono a metà del guado e altri ancora non hanno neanche iniziato a fare i compiti a casa.
Da qualche giorno, infatti, è iniziata la nuova fase del Reddito di cittadinanza, quella, per intenderci, dei cosiddetti “Progetti utili alla comunità”, i Puc.
Succede, infatti, che i beneficiari della prestazione – ma soltanto quelli che hanno effettuato, ai rispettivi Centri per l’impiego, la Domanda di immediata disponibilità, la Did, e non fanno parte delle categorie esonerate – sono obbligati a svolgere attività socialmente utili (almeno otto ore a settimana) e rispondere alla chiamata dei Comuni. Pena la perdita del sussidio.
I lavori che potranno svolgere, dunque, saranno accoglienza scolastica, pulizia delle strade, hostess sui minibus, vigilanza davanti alle scuole, al servizio dei vicinati ad anziani e disabili. Le attività – è bene dirlo – non saranno retribuite, e in nessun caso queste persone possono svolgere mansioni in sostituzione di dipendenti pubblici, o sopperire a organici in sottodimensionamento.
Bitonto come si sta muovendo in tal senso? “Da quello che mi risulta – sottolinea l’assessore al Welfare Gaetano De Palma – nessun Comune ha ufficialmente attivato i Puc, se non su base volontaria degli aventi diritto. Il Comune ha già provveduto a candidarsi sul sito del ministero, e quindi siamo già pronti ad accogliere i tirocinanti idonei a svolgere tali mansioni. Attendiamo che il Centro per l’impiego ci fornisca l’elenco ad hoc, dopo di che possiamo pensare ad avviare quello che si deve fare”.
In tema di tirocini, però, il Comune ha fatto i compiti a casa per un’altra situazione. Per chi continua a percepire il Reddito di inclusione, la cosiddetta Rei, misura di contrasto alla povertà introdotta dal governo Renzi, valida per 18 mesi, e madre del Reddito di cittadinanza.
La prestazione – le domande sono state abolite dal 1° marzo 2019 – si compone di due parti, perché accanto alla parte economica c’è un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà. Predisposto dai servizi sociali dei Comuni in rete con le altre associazioni territoriali.
“Siamo uno dei primi Comuni in provincia di Bari – annuncia l’assessore – ad aver avviato e ad avviare i tirocini per questi soggetti. Attraverso i fondi previsti dal Piano operativo nazionale di inclusione, abbiamo fatto partire questi progetti retribuiti di pubblica utilità. Ne abbiamo attivati già una ventina e altri ne partiranno a fine mese, e si tratta di sorveglianza di aree verdi, piazze e spazi pubblici”.
Per maggiori dettagli, però, l’assessore dà appuntamento a giovedì alle 12 all’ex Tribunale, quando si parlerà anche di “Famiglia in Comune”, ovverosia la creazione di un Polo familiare, uno spazio di accoglienza e socializzazione pensato per accogliere famiglie, genitori e bambini. Un luogo di incontro, di gioco, di relazioni significative, di confronto e ascolto. .