Da Elisabetta Bochicchio, docente di materie letterarie e Latino al Liceo scientifico e artistico “G. Galilei”, riceviamo e volentieri pubblichiamo
Elena indossa una “tunica recta” annodata in vita da un “gingillum”; sul capo una corona di mirto e fiori d’arancio: Il “flammeum”, un velo di color arancione, le copre il volto. E’ emozionata.
E’ il giorno del suo matrimonio. Il padre ed il marito hanno già impresso il “sigillum” sulle “tabulae nuptiarum”, la pronuba si accinge alla “dextrarum coniunctio”, non resta che pronunciare la formula di rito: “UBI TU GAIUS, EGO GAIA “ (Dove tu, o Gaio sei, lì io Gaia sarò), mentre tutt’intorno esultano :“FELICITER, FELICITER”.
Elena si è appena sposata con Antonello, un “Matrimonium cum manu”, in uso nella Roma antica, attraverso il quale, il padre della sposa con la figlia cedeva al marito dote e proprietà.
Un banchetto “Convivium nuptiale” , lautamente imbandito, attende gli sposi e i commensali, ma anche tutti i presenti, invitati a degustare libagioni ,“dulcia sponsalia” e altre pietanze, accompagnate da un bicchiere di “mulsum”, il vino al miele delle grandi occasioni.
Tutto questo avverrà in occasione dell’OPEN DAY, domenica 19 e domenica 26 gennaio, dalle 10,15 alle 12,15, al LICEO SCIENTIFICO Ee ARTISTICO “ G.GALILEI”
Durante il banchetto nuziale sarà possibile osservare e degustare cibi e bevande .
Un progetto didattico in forma laboratoriale, attivato con la classe II A del Liceo scientifico CAMBRIDGE , per accostare gli studenti al mondo degli antichi romani, al loro “modus vivendi” e alla loro mentalità, relativamente agli aspetti della civiltà latina approfonditi.
L’attenzione si è concentrata sulla vita quotidiana degli antichi romani, consentendo di insegnare il latino non solo attraverso i libri di testo, bensì calandolo nella dimensione concreta di lingua viva, per meglio comprenderne il lessico ed accostarlo ai termini dell’italiano attraverso l’affascinante scoperta dell’etimologia delle parole. E’ stato così favorito un apprendimento ludico ed emozionale, capace di impressionare e coinvolgere, far sentire gli allievi protagonisti dell’apprendimento , facendogli scoprire sempre più che il latino è una lingua viva, non è solo le sue complicazioni morfologiche e sintattiche,è la sua civiltà e la sua cultura e si può insegnare con l’ausilio delle immagini e delle nuove tecnologie.
Sono molte infatti le espressioni latine ancora in uso, ed è quanto mai attuale lo studio di questa disciplina, da cui gli studenti sono spaventati, che evitano, perchè la ritengono erroneamente inutile ed anacronistica.
Tutta la nostra tradizione occidentale si radica in quella greca e in quella romana, lo stesso vale per la nostra lingua: l’italiano che noi parliamo è infatti di derivazione latina, nelle sue strutture morfologiche e sintattiche
Il latino invece serve, per aprire la mente ed affinare la sensibilità, per ragionare e sviluppare capacità critiche e di giudizio. per comprendere tanti aspetti della realtà, a partire da una conoscenza del passato, capace di illuminare il presente ed il futuro.
Studiare il latino permette di capire quali sono le nostre radici e matrici culturali, e questo di certo rafforza la nostra identità.
.Lo studio della lingua poi sarà il tramite per conoscere i grandi autori del passato, la loro saggezza, la bellezza dei loro canti, le loro risposte ai grandi quesiti esistenziali .Un patrimonio inestimabile.
La tecnica e il pragmatismo non possono prescindere dall’uomo e dalla sua dimensione più spirituale ed etica. Le scienze umane saranno sempre attuali: dietro una qualsiasi professionalità. infatti ,ci sarà sempre l’ uomo, le sue scelte etiche, la sua responsabilità.