Dopo un lungo lavoro e un ampio confronto, il vescovo ha scelto il nuovo logo per l’Arcidiocesi di Bari-Bitonto. Un logo che esprime bene due simboli della nostra Chiesa locale e delle città comprese nell’arcidiocesi. L’immagine, infatti, si struttura di due elementi: il Cristo Pantocratore della lettera istoriata del rotolo del Benedizionale di Bari e il grifo composto a tessere musive del pavimento della chiesa concattedrale di Bitonto. Le due figure stilizzate costituiscono due segni peculiari delle vicende storico-artistiche delle due Chiese locali di Bari e di Bitonto.
I motivi della scelta dei due simboli, nella composizione del logo, lo su può leggere sul sito internet dell’arcidiocesi.
Il Benedizionale di Bari, datato tra 1025 e 1050, è uno dei quattro rotoli della liturgia pasquale, di età medievale, composti a Bari e custoditi nel museo diocesano del capoluogo. L’iniziale della parola Vere è rappresentata con richiami grafici all’ultima lettera dell’alfabeto greco, l’Omega, con intensi legami al passo neo-testamentario: “Io son l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte nella città” (Ap 22, 13-14). La lettera istoriata, secondo i canoni di tradizione benedettina, contiene l’immagine di un Cristo Pantocratore, benedicente alla greca ed è possibile leggerla con la scena della benedizione al fonte. É il Battesimo la porta d’ingresso alla vita nuova in Cristo.
L’immagine del Grifo, invece, sottolinea sempre la descrizione fatta dal portale web, nel suo utilizzo ha radici che risalgono al 3000 a.C. in Mesopotamia, come vessillo di difesa. La sua composizione presenta varianti, tra i due animali raggruppati: leone ed uccello. Il significato cristiano, allude al dogma delle due nature dell’unica persona del Verbo Incarnato. É Isidoro di Siviglia, nella sua opera, che ne dà l’interpretazione: “Christus est leo pro regno et fortitudine […] aquila propter quod post resurrectionem ad astra remeavit” (Etym., XII, 2, 17).
Tale motivo ha una larga diffusione: sarcofagi, portali, capitelli, pavimento. L’opera bitontina costituisce un tassello delle varie costruzioni e fasi di edificazione della cattedrale. L’opera s’inserisce in un’ambiente quadrangolare, facente parte di una torre della precedente chiesa (XI sec.).
Le due figure componenti il logo sono così l’accesso per conoscere la storia di due Chiese locali, che, dal 1986, sono unite in un’unica Chiesa diocesana.