“Anna Rosa ci ha lasciato una lezione che deve essere ricordata per sempre dalle nuove generazioni“. Mentre il sindaco Michele Abbaticchio pronunciava queste parole, tra i canti dei bimbi, è stata scoperta la targa in memoria dell’84enne che, due anni fa fu barbaramente e innocentemente uccisa durante uno scontro a fuoco tra gruppi criminali.
Lacrime e commozione dei parenti di Anna Rosa, ma anche di Pinuccio Fazio – papà del giovane Michele – e di Paolo Marcone, figlio di Francesco a cui è dedicata una delle scritte illuminate su “La strada dei nostri eroi“. Una serpentina che da Porta Robustina scende su via Plannelli e, poi, corre su via San Luca. Autorità civili, militari, gente comune, erano circa duecento i cittadini (forse sempre troppo pochi) che, ieri, si sono radunati per fare memoria.
“Perché bisogna dire basta a questa criminalità organizzata – ha detto Pinuccio Fazio -. Perché solo chi ha perso una persona cara, può capire il dolore di quella famiglia“. “La città è compatta nella lotta alla malavita – ha ribadito il consigliere regionale Domenico Damascelli -: in questi casi non ci devono mai essere divisioni, anzi bisogna lanciare un messaggio per dire che Bitonto è una città sana, pulita, onesta, e tale deve rimanere“.
Dobbiamo continuare a ricordare “perché altrimenti continueremo ad uccidere Anna Rosa e tutte quelle vittime che hanno perso la vita per difendere le nostre comunità“, ha ricordato il sindaco. Per continuare a difendere un’idea di Stato che, anche se a volte ci sembra lontano, “Siamo noi“: “Una frase a cui papà era tanto legato – ricorda il figlio di Franco Marcone, Paolo -, perché bisogna sentirsi responsabili per il buon funzionamento dello Stato, della nostra vita, delle nostre belle comunità“.