La rubrica di questa settimana inizia con una frase. Che, in realtà, da sola vale tutto. “Il Capitano, gli ufficiali, il personale e gran parte dell’equipaggio sono morti. Sono in sala nautica e sul ponte. Forse su tutta la nave non restano superstiti”. Seguita, poi, da queste altre parole: “Sento che anche io sto per morire, aiutatemi!”.
Questa storia principia così. Con un mix di rassegnazione, morte e richiesta di aiuto. Che è stata pure raccolta. Ma per raccogliere soltanto cadaveri. Ridotti così chissà come e chissà perché.
Con il calendario torniamo indietro di oltre 70 anni. Tarda primavera del 1947, 13 giugno per essere precisi.
La nave mercantile olandese “Ourang Medan“, mentre viaggiava nello stretto di Malacca, in Indonesia, invia una richiesta di soccorso in alfabeto Morse a tutte le navi nel raggio di 500Km.
La Silver Star, nave militare statunitense, è la prima a rispondere al soccorso, recandosi alle presunte coordinate del mercantile. Quello che trovano, però, è uno scenario spettrale. Due facce della stessa medaglia.
La nave è in condizioni perfette, guardandola dall’esterno. Si tentano diversi contatti con l’equipaggio via radio, senza purtroppo ricevere risposta. Dopo essersi avvicinato, l’equipaggio si rende conto che quei messaggi ricevuti corrispondono al vero: tutti a bordo sono morti, con la stessa espressione di terrore sul viso e con i denti digrignati. Alcuni sono trovati anche le braccia protratte verso l’alto, come se stessero cercando aiuto. Da un primo esame, non si vedono ferite sui corpi, e non si capiva cosa potesse aver provocato quella morte di massa. Sottocoperta sono stati trovati altri cadaveri, tra cui quello del responsabile della comunicazione che aveva inviato i messaggi ricevuti dal Silver Star. Anche all’interno la nave è in perfetto ordine, nessun segno di colluttazione, nessun danno, anche se, a detta degli stessi uomimi della nave soccorritrice, c’era molto freddo nella zona del locale caldaia, mentre il resto aveva una temperatura più alta del normale. Il mercantile è trainato in porto, allora, per procedere con le indagini, ma nel tragitto accade un altro mistero, perché si incendia e finisce in fondo all’oceano. Con tutti i morti che aveva a bordo e la sua lunga lista di perché.
Che dopo 70 anni non hanno trovato risposta. Cosa è successo, effettivamente, a quel colosso dei mari olandese? Perché nessuno si è salvato, nonostante qualche voce che ha detto il contrario?
Le ipotesi sono state molteplici. Quella più plausibile è che la nave stesse trasportando un carico di acido solforico clandestino in stiva (pratica molto diffusa nel dopoguerra) le cui esalazioni avrebbero asfissiato l’intero equipaggio.
Poi, naturalmente, ci sono gli amanti dei fenomeni paranormali, e quindi coloro che danno la colpa a extraterrestri, spiriti dal profondo del mare, maledizioni varie e incredibili.
E anche la lunga lista di chi crede che la “Ourang Medan” sia stata soltanto una nave fantasma. E questo per due motivazioni: sia l’esistenza della nave che lo sfortunato viaggio non sono mai stati confermati, a causa della totale mancanza dei documenti relativi alla costruzione della nave e al suo equipaggio; sia perché le ricerche ufficiali, effettuate dopo quattro anni, non hanno dato alcun esito, non rivelando nessuna nave con quel nome.