Si era da poco conclusa la conferenza stampa di Gianvito Leone (in arte Jean Leon), quando, d’improvviso, ha fatto irruzione nel Bistrot Salierno la troupe di Striscia la notizia. E il giovane regista bitontino ha ripreso a battagliare con la raggiante Rajae, che lo incalzava con acuminate domande.
E dire che l’incontro con i giornalisti era iniziato proprio con l’artista dilettante che voleva “prendere posizione nei confronti della nota trasmissione televisiva di Mediaset”.
“È bene sottolineare che non abbiamo di fronte un regista di professione, ma un ragazzo che viene dalla strada, di umili origini, che ha un sogno nel cuore: registrare un film che è uno spaccato del suo vissuto da realizzare senza molte pretese. Per questo aveva scelto attori che venivano dalla strada”, ha voluto precisare l’avvocato Michele Pasculli, che ha assunto la difesa del concittadino cineasta per diletto.
Che ha ulteriormente specificato: “Anzi, si erano proposti essi stessi come protagonisti, perciò in questa vicenda ci sono troppi lati forzatamente oscuri, che mi vedono vittima.
La mia opera, “I Passi della vita”, nasce nel 2016 come corto e poi diviene lungometraggio, d’accordo con un amico, organizzo un casting amatoriale in Corso Vittorio Emanuele, con attori locali. Una ragazza si offre di darmi una mano per la sceneggiatura e cominciamo le riprese. Dopo una discussione, lei si tira indietro portandosi via la sceneggiatura con alcune riprese già fatte. Io volevo recuperare il girato almeno, ma niente. Dopo 8 mesi di pausa, abbiamo iniziato di nuovo, anche con gli operatori di CineArte, ma li vedevo freddi, altra discussione con loro e, non potendo più sostenere la somma, mi sono ritrovato spalle al muro per la seconda volta. Sono vittima per ingenuità e leggerezza”.
“Il lungo era autofinanziato e per questo motivo avevo la necessità di cercare sponsor con cui pagare gli operatori, ai quali fino andate anche le cifre che i provinati versavano per recitare, il contributo è stato investito per le registrazioni, io non ho preso nulla”, prosegue Leone.
“Certo, sono stati commessi errori, ora ho registrato un marchio e voglio solo riscattarmi. Sto rivedendo il soggetto e in un anno e mezzo massimo concluderò tutto. Se dovessi avere un guadagno, darò tutto in beneficenza, magari ad una associazione che lavora con ragazzi difficili. Il mio vero successo sarà aver reagito con orgoglio a questa situazione”, aveva concluso con fierezza.
Poi, subito dopo, di nuovo la telecamera e il microfono del Tg satirico più famoso d’Italia ed è ripresa la giostra mediatica del “regista furbetto” (che, poi, furbetto non è) smascherato non si sa bene da chi…