La Disabilità: una questione di Prevenzione, non di Indifferenza: è questo il motto dei progetti “Così… per Gioco” e “IndivisAbili – Sport e Benessere a portata di Tutti”, presentati presso l’Auditorium del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Bitonto lo scorso 24 ottobre.
Una comunione di intenti fortemente voluta e condivisa dai Comuni di Bitonto e di Palo del Colle ha visto nascere i due progetti, pronti a coinvolgere le Istituzioni Scolastiche, rispettivamente promossi dalla ASD e C “Laureati in Movimento” e dalla Polisportiva Paralimpica Elos “Michele Cioce”, associazioni bitontine destinatarie di fondi regionali. Gli interventi, coordinati dal referente delle attività Vito Sasanelli e da un team di esperti in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate, sono frutto dell’impegno e della sinergia di una rete di partner che condivide la medesima finalità: intervenire nel territorio con un’azione congiunta e coordinata attraverso la cooperazione tra realtà associative, istituzioni, federazioni, partner e famiglie.
A moderare il convegno di presentazione, Valentino Losito, Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti: «Questo appuntamento non deve configurarsi come un mero esercizio accademico. Ci saranno interventi che porteranno sul nostro tavolo importanti contributi a livello scientifico, ma ciò che stasera cercheremo di fare è favorire uno scambio fluido di esperienze, di quei quotidiani e spesso invisibili esercizi di umanità da cui è possibile apprendere insegnamenti utili al nostro percorso di vita».
Ad aprire la serata, un toccante racconto della poetessa Mariella Cuoccio, “L’Aquilone”, incentrato sul tema dell’inclusione e della disabilità. Come affermato dalla stessa scrittrice, attraverso la forma del racconto si entra nella complessità e nella fragilità della vita. La letteratura per bambini aiuta a comunicare con loro, veicolando storie e insegnamenti che sono immediati.
A intervenire, tra i saluti istituzionali, l’Assessore allo Sport del Comune di Bitonto Domenico Nacci: «L’amministrazione comunale continua e continuerà a manifestare la volontà di essere parte attiva in interventi del genere, perché si faccia prevenzione e non cura. Il nostro obiettivo è quello di essere a supporto dell’associazionismo locale e realtà come queste, promotrici di progetti fondamentali per la crescita di tutta la comunità, sono meritevoli di attenzione e di sostegno da parte dell’amministrazione». A sottolineare la presenza delle istituzioni locali, al fianco dell’associazionismo, anche l’Assessore al Welfare del Comune di Bitonto Gaetano De Palma: «Sono due iniziative, queste, quasi istituzionalizzate dal Comune. Ogni anno contiamo numerosi interventi promossi nella nostra comunità in materia di sport e salute, a cui forniamo appoggio e condivisione».
«Come ben si sa, attraverso l’attività sportiva è possibile far sentire una persona al centro di una serie di meccanismi che compongono la propria vita sociale», ha affermato Adriana Antonacci, subcommissario prefettizio del Comune di Palo del Colle. «Ciò si verifica soprattutto in giovane età: i bambini non riconoscono tra loro differenze. Sono, queste ultime, delle categorie che edificano gli adulti». Agire su fasce di età in via di sviluppo risulta essere, quindi, la chiave di volta per consentire uno sviluppo socioculturale collettivo efficace e diretto.
«Bitonto con il tempo è diventata un punto nevralgico dal punto di vista sportivo e paralimpico», ha aggiunto nel suo intervento Giuseppe Pinto, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Puglia: «Nascono qui idee e progetti, grazie a queste associazioni, che poi portiamo avanti con entusiasmo anche a livello regionale. Se la disabilità si vive insieme agli altri, se si vive tutti i giorni, il gap culturale e sociale inizia ad annullarsi. Da qui, il ruolo fondamentale rivestito da famiglia, scuola ed extra-scuola».
Certe progettualità edificano, amplificando la propria portata, strutture di pensiero utili alla crescita della comunità, suggerendo valori e veicolando principi. A tal proposito, Antonio Nunziante, vicepresidente Regione Puglia, ha evidenziato: «Lo sport è pedagogia, lo sport è psicologia. La diversità dello stare insieme, anche e soprattutto attraverso l’attività motoria e sportiva, porta a generare rispetto reciproco, prima di qualsiasi aggettivo o appellativo. Come persona, ognuno di noi merita dignità, ognuno nelle proprie competenze. Approdare a questo concetto potrà permetterci di capire l’altro e apprendere dalla sua specificità, arricchendoci vicendevolmente».
La vita non è, come spesso si dice, un’autostrada, piena di corsie dove si può sfrecciare verso destinazione. Come affermato dal giornalista Losito, l’esistenza è un paradossale e imprevedibile sentiero scosceso: «Stasera ci immergiamo nella cultura del sentiero, costellato di curve inaspettate, difficoltà e imprevisti. Per percorrere un sentiero ci vuole pazienza. Eppure, lì, incontriamo lo sguardo dell’altro e impariamo a camminare insieme, modulando i nostri passi. Sul sentiero tutto si può essere tranne che indifferenti: e questo è il primo muro mentale da abbattere».
I muri da buttare giù sono diversi, di natura differente e largamente declinata. Esistono quelli mentali, quelli sociali, quelli culturali e, non per ultimi, quelli di natura amministrativo-logistica che però, nel corso degli ultimi anni, grazie a una programmazione continuativa e sistematica promossa dalla Regione Puglia è stato possibile iniziare a smantellare. A parlarne, Domenica Cinquepalmi, funzionario Regione Puglia: «Essere parte dell’organizzazione amministrativa mi dà il potere di portare la mia esperienza, il mio vissuto, nella politica. Le risorse messe a disposizione per gli interventi in materia sportiva anno dopo anno aumentano, arricchendo la programmazione. E grazie a operazioni di analisi, valutazione e monitoraggio abbiamo potuto riscontrare risultati eccellenti nella Regione Puglia, in materia di coinvolgimento e miglioramento del benessere dei cittadini. L’attività motoria che fa bene alla mente e al corpo e, inoltre, dare risorse allo sport significa tagliare la spesa sanitaria».
Il convegno di presentazione entra, così, nel vivo della sua natura, configurandosi come un momento di formazione e informazione rivolto ad addetti ai lavori e non. Con l’intervento di Rosaria Rapio, esperta in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate, si entra nel merito del progetto “Così… per Gioco”, rivolto a tutti i bambini che stanno frequentando l’ultimo anno delle scuole dell’infanzia nell’ambito di zona Bitonto/Palo del Colle: «Siamo all’ottavo anno in cui l’ASD e C “Laureati in Movimento” interviene coi propri progetti nelle scuole per l’infanzia. L’obiettivo di quest’anno è portare i bambini a sviluppare attivamente le proprie capacità coordinative attraverso la narrazione e il gioco-fiaba. Punto di partenza del nostro lavoro sarà motivare ognuno di loro, facendo in modo che si senta parte integrante del gruppo. Si andranno poi a sviluppare, attraverso l’apporto e il contributo delle storie e dei film d’animazione tanto amati dai piccoli, momenti di gioco, pedagogici e creativi, in cui si toccheranno temi importanti quali la disabilità, la famiglia e il benessere dello stare insieme».
“IndivisAbili – Sport e BenEssere a portata di Tutti” è il secondo progetto presentato e finanziato dalla regione, promosso dalla Polisportiva Paralimpica Elos di Bitonto e condiviso con partner istituzionali e non. A parlarne nell’ambito del convegno, Maddalena Bonasia, esperta in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate: «Grazie alle professionalità degli operatori coinvolti sul campo, l’obiettivo che questo intervento si prepone è contribuire al raggiungimento dell’inclusione dei ragazzi con disabilità attraverso lo sport, tra scuola ed extra-scuola. Figura chiave di questo processo spontaneo e naturale sarà quella dell’amico/compgno/tutor, al fianco dello studente con disabilità. Tutto ciò sarà, infine, integrato dal disegno che mira a dar vita al Polo Socio-Sportivo in orario extracurriculare presso la Cittadella dello Sport di Bitonto, per la pratica delle discipline sportive adattate ogni lunedì, martedì e giovedì, dalle 15.30 alle 17.00, nell’ambito delle attività gratuite del Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico (CASP) Elos di Bitonto».
Preziose e necessarie le testimonianze di esperienza di vita vissuta di due grandi campioni paralimpici, presenti al convengo, veicolo di coraggio e fiducia: «Tanti anni fa sarebbe stato impossibile per me pensare di fare sport, di cimentarmi in così tante e variegate attività», ha affermato la campionessa italiana di Handbike Anna Grazia Turco. «Ho sfidato la mia malattia, nonostante mi dicessero che poteva essere rischioso. Ma mi piaceva l’idea di metterci il cuore e così, con grinta e determinazione, sono ventun anni che ho vinto questa mia sfida personale». Il discorso commosso ed emozionante di Anna Grazia mira a dare forza a chi si sente in difficoltà: «Noi adulti spesso ci poniamo dei grossi limiti, non riusciamo ad ascoltare i bisogni di noi stessi. E nonostante due eventi recenti nella mia vita personale che mi hanno messo a dura prova, psicologicamente, grazie allo sport mi sto rialzando, ancora una volta. La vita comunque continua. Il messaggio che rivolgo a famiglie, genitori, istituzioni è uno e uno solo: comunichiamo, diamoci una mossa, respiriamo l’aria, dialoghiamo, arricchiamoci con le nostre storie».
Passione e rabbia, due facce della stessa medaglia: «A diciannove anni ho subito un incidente al mare. Prima dell’incidente ero un ragazzo attivo, praticavo ogni tipo di sport. Mi sono ritrovato in ospedale, con una strada in salita davanti a me», ha raccontato Luca Mazzone, campione paralimpico e quindici volte oro mondiale, nuotatore e paraciclista: «Ho preso la mia rabbia e l’ho trasformata in qualcosa di positivo, stravolgendola e canalizzandola nello sport che già tanto amavo. Me la sono sempre cavata da solo, davanti a rifiuti e a chiusure, in ambito sportivo. La mia volontà ferrea mi ha aiutato, ma non tutti i ragazzi sono così, bem vengano iniziative del genere che possono far scoprire il valore dello sport paralimpico. Fate fare ai vostri ragazzi sport, fateli uscire di casa, fateli praticare diverse attività. Migliora l’autostima, il benessere e le prospettive di salute».
A chiosare un convegno emozionante e arricchente, due interventi incentrati su uno stile di vita sano e sull’importanza del raggiungimento di un benessere psico-fisico sin dalla più tenera età: «Gli atleti paralimpici oggi sono esempio e modello di uno stile di vita condotto in maniera sana e appropriata», ha dichiarato Francesco Manfredi, medico ortopedico e fisiatra nonché delegato CIP Bari: «I bambini e i ragazzi di oggi, complice la dittatura del web, stanno adottando e si stanno adattando a uno stile di vita errato e sedentario. Ma i modelli stanno cambiando. Si sta scardinando la concezione negativa della disabilità e gli atleti paralimpici contribuiscono a ergere un modello più che positivo di salute e benessere».
«Sono onorato di essere qui presente, stasera, a dare il mio contributo per la presentazione di questi progetti» ha affermato Antonio Moschetta, medico e professore ordinario di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”: «In una società che in qualche modo vive di invidia questo contagio del buon esempio può essere il primo passo per contrastare le malattie. La disabilità ha molte sfaccettature, così come il valore dell’inclusione. E l’attività sportiva può appianare gap e divergenze, creando momenti puri di socializzazione, di condivisione, di conoscenza e scambio reciproco. Lo sport è un fenomeno anche sociale, e ciò ha una grande valenza in campo medico e psicologico. Quello che questi progetti faranno nelle scuole è un passo fondamentale verso l’acquisizione del concetto di sano stile di vita e di benessere, a trecentosessanta gradi. Stiamo creando movimento culturale e dobbiamo continuare così, a investire sulla cultura puntando alla crescita dal basso».
Una serata ricca di stimoli, di spunti, di commozione e grande cultura, quella di presentazione dei progetti “Così… per Gioco” e “IndivisAbili”. Nel grande e tortuoso percorso che è la vita di ognuno, ci si è presi un momento per condividere un tratto del cammino, acquisendo strumenti e consapevolezze da conservare nella bisaccia da pellegrini della vita.