Era stato annunciato ieri e puntuale è arrivato. Lo sciopero nazionale dei dipendenti della commessa INPS-EQUITALIA.
I sindacati, compatti, allora, vista la rottura del tavolo ieri con la Comdata-Network nelle trattative per il passaggio di una delle Business Unit più importanti d’Italia e non “avendo avuto risposte certe in merito al perimetro delle lavoratrici e dei lavoratori aventi diritto al cambio di appalto in virtù della clausola sociale del settore dei call center”, hanno deciso di proclamare uno sciopero per l’intero turno lavorativo (dalle 8 alle 20) per la giornata di venerdì, e per tutte le sedi aziendali con il Contratto collettivo nazionale per le telecomunicazioni che lavorano il servizio di Customer Care per INPS.
Lo sciopero, ovviamente, riguarderà anche i lavoratori – dipendenti e somministrati – della “Transcom” di Modugno, dove sono impiegati non pochi bitontini.
I motivi che spingeranno i dipendenti a incrociare le braccia e a non indossare le cuffie sono presto detti: avere la certezza del perimetro degli aventi diritto al passaggio in clausola sociale e il mantenimento delle condizioni (mansioni, livelli, scatti di anzianità, profili orari, art. 18, CCNL TLC, territorialità, condizioni per diminuire il disagio per i lavoratori delle sedi svantaggiate), e per dire no (anche) alle procedure di licenziamento aperte dalle aziende uscenti.
Le organizzazioni sindacali, inoltre, (SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL UGL TELECOMUNICAZIONI) hanno già preso carta e penna e scritto al ministero del Lavoro, chiedendo un incontro urgente alla presenza del committente e delle aziende entranti e uscenti per cercare di sbloccare la situazione e riprendere le trattative.