Tutto fermo. Tutto bloccato. Perché c’è da definire un aspetto fondamentale. Anzi, l’aspetto più importante. Il vero perimetro occupazionale della commessa.
Brusca frenata nelle trattative che porteranno una delle Business Unit più importanti d’Italia, quella di INPS-Equitalia, da Transcom (Modugno) a Network (Molfetta), dopo oltre un decennio.
Nell’incontro svoltosi martedì, infatti, tra la Rete temporanea d’impresa vincente, quella di Comdata-Network, i sindacati e le Rti uscenti, sono emersi subito alcuni punti oscuri che invece sembravano essere già dati per certi.
La RTI subentrante, infatti, ha dichiarato di avere registrato delle discrasie nel perimetro occupazionale rispetto alle liste ricevute dalle aziende uscenti e dalla stessa INPS, e “che comporta distanze preoccupanti nei numeri del perimetro dei lavoratori impattati dal cambio appalto”.
Significa, allora, che senza prima fare il punto sulla reale forza lavoratrice, ogni trattativa è inutile.
Non è tutto, però. I sindacati, però, hanno ottenuto due risultati: da un lato che “le due aziende presenti confermassero le condizioni di passaggio già espresse negli incontri precedenti: mantenimento dei profili orari, livelli, anzianità convenzionale, articolo 18” – si legge nel comunicato congiunto – e dall’altro la proroga della clausola sociale di ulteriori 30 giorni, portandola fino al 27 ottobre, “in modo da favorire la riuscita dell’accordo e quindi la garanzia occupazionale e il mantenimento dei diritti per tutte le lavoratrici e i lavoratori impattati dal cambio appalto”.
Appuntamento, allora, al 21 e 22 ottobre per il prosieguo delle trattative, ma prima però i sindacati hanno già chiesto un incontro urgente proprio al presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, sulla reale e numerica questione occupazionale.
“Questo confronto – scrivono – si rende quanto mai necessario per garantire la salvaguardia occupazionale e delle attuali sedi per l’intero perimetro (appalto e subappalto) nell’applicazione della clausola sociale”.