Giunge al termine la settima edizione del festival della poesia “Le corti dei miracoli”, curata dall’associazione culturale Cenacolo dei poeti diretta dal presidente Pasquale Rienzo e da Nicola Abbondanza, inserita nel progetto comunale “Bitonto Città dei Festival”.
L’ultimo appuntamento ha avuto luogo, lo scorso sabato, nella meravigliosa cornice del Torrione Angioino con la presentazione del libro “Cafè du Reviens” di Vito Parisi interpretato con pièce teatrali di Ines Froio e Maria Leone e le musiche del chitarrista Pietro Valla, studente di Lettere Moderne.
«In un tempo indeterminato, sospeso come quello delle emozioni e del cuore -così lo ha definito la prof.ssa Angela Aniello, poetessa e scrittrice che ha moderato l’incontro- e in una dimensione fisico-spirituale come quella del cafè l’autore parla di diversi ritorni che catarticamente condizionano il protagonista nella ricostruzione della sua identità».
Reviens in francese significa proprio ritorno ed è «tempo che permette di riconsegnarci a noi stessi, quello delle inquietudini, delle speranze, delle domande o in cui necessariamente dobbiamo fare memoria di quello che è il passato e delle cicatrici che ci portiamo dentro».
Il barman Rocco è descritto come un punto di riferimento per l’umanità brulicante del romanzo, tra quello che è voce e rumore del silenzio. Saperlo cogliere significa riuscire a captare le verità della vita, che solitamente e inevitabilmente sono legate al dolore e al disappunto, motivi poi di una rinascita.
«All’interno del cafè, Rocco incontra tante donne, ognuna con la loro storia, il loro dolore ed è attraverso di loro che avviene il suo “ritorno”, la sua rinascita. Il romanzo è costruito sulla consapevolezza di una maggiore maturità e forza da parte della donna. Gli uomini tra loro sono complici e sono incompleti. Perciò hanno bisogno delle donne, nelle loro molteplici sfaccettature e non per forza di un rapporto esclusivo con loro».
Nel romanzo a parlare è il barman che con occhio attento descrive le donne che entrano nel cafè. Allora, l’autore del romanzo ha scelto per la presentazione del suo libro di dar voce alle donne attraverso le performance attoriali di Ines Froio, diplomata all’Accademia degli Artisti di Roma, e della docente di lingue straniere, scrittrice, pittrice Maria Leone.
Federica, la donna malinconica dei tarocchi, Rossana, procace e tenera, Veronica, l’esuberante, Perla, colei che ha una bellezza rarefatta, che si è salvata scegliendo di estraniarsi dal mondo e a differenza delle altre non agisce ma riempie il cafè soprattutto con il suo sguardo.
E poi, Maria, donna che ha dovuto essere forte, che è senso di colpa e necessità di perdono, insieme a suo figlio Marco che nel cafè rappresenta un emolliente di fronte ai pregiudizi dilaganti perché diversamente abile ed è accolto solo dal protagonista che lo fa sentire utile.
«Ho scelto le donne per ricostruire un uomo anche grazie alla mia esperienza personale. Ho vissuto in un universo femminile e ho imparato a conoscerlo come uno abbastanza ricco e sfaccettato».
«In ogni donna del mio romanzo, descritta con accuratezza partendo dal corpo per arrivare all’anima, ci si può immedesimare. Perla, devo aggiungere, è una donna di Bitonto che realmente ho conosciuto. Ho voluto scrivere un romanzo che dia pace, soprattutto al protagonista, e spero vi lasci qualcosa che non sia inquietudine per le storie di dolore raccontate».