Grande successo per il reading letterario “In spazio senza confini lo sguardo oltre” della poetessa Carla Abbaticchio, punta di diamante della settima edizione del Festival della poesia organizzato dal Cenacolo dei Poeti e inserito nel programma della “Bitonto estate”.
Ogni anno la poetessa propone al pubblico bitontino – e non solo- un prodotto sempre nuovo perché riesce a creare perfetti connubi artistici tra parole, musica e luoghi.
Lo scorso sabato, il suo reading è stato condotto all’interno della meravigliosa cornice della Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna” dalla voce dell’attrice Elisabetta Tonon e intervallato dalle performances musicali del maestro Luigi Palumbo che ha composto dei pezzi ad hoc per la poetessa Carla Abbaticchio. Degno di nota tra questi è la reinterpretazione in voce e musica del componimento “Echi di infinito”.
«Con l’ispirazione ho attraversato il tempo –ha precisato il maestro compositore Palumbo-, l’amore, il sogno e la natura per lasciarmi condurre laddove la musica genera altra bellezza ed un frammento di noi diventa eterno».
Da quest’onda i presenti in sala si sono lasciati trasportare e si sono emozionati cercando per l’appunto di aleggiare in uno spazio senza confini e andare con lo sguardo oltre dove il tempo si ferma e si fa infinito “In un mare da mille volti”, nei cuori di chi “ancora ama” per poi ritrovare “Nella natura il respiro della vita” o semplicemente quella che è “La vita poesia dell’anima”.
In queste parole si nascondono alcuni titoli delle poesie di Carla che sono state interpretate durante la serata e il messaggio che è stato lanciato: la poesia permette all’uomo di viaggiare in un luogo ameno lasciandosi trasportare dall’immaginazione per andare oltre il grigiore che a volte tinge la vita e sfidare il destino che può fare il suo gioco.
Allora la bellezza della natura paradisiaca, l’amore, il tempo e la poesia stessa sono stati i temi portanti delle quattro sequenze poetiche di Carla presentate dalla dott.ssa Antonella Piano: “Nella natura il respiro della vita”, “Singulti d’amore dell’essere vivente”, “Inno all’infinito del tempo”, “In questo ameno rio poetar m’è dolce”.
Nelle sue parole riecheggiano influenze dei grandi della letteratura italiana e non solo, ma tra questi spicca specialmente Catullo con il suo inno alla vita e al carpe diem.
Montale nel suo discorso durante la premiazione Nobel del 12 dicembre del 1975 a Stoccolma si interrogava sulla possibilità di far poesia in una società indifferente –come un po’ quella dei nostri tempi- e «ogni forma d’arte e bellezza –deduce dalle sua parole Carla Abbaticchio- nella basilica della verità della vita è spazio infinito di conoscenza per ritrovarsi. Alla prosaicità della vita è contrapposta la poesia che gioca con le parole. Poesia è espressione trasversale di umani sentimenti, è creazione, forma d’arte che suggestiona e veicola le emozioni».