A vedere le volanti della Polizia di Stato del Commissariato, il Reparto Prevenzione Crimine e la Polizia Locale fermare bici elettriche, il commento dei cittadini più diffuso è stato un soddisfatto: “Ah seh!”.
Sì, perché per tutti erano diventate un incubo (e, probabilmente lo saranno ancora) e diversi sono stati i momenti in cui si è sfuggiti ad essere investiti per un pelo. Sfrecciano a tutta velocità ovunque (arrivano anche a 45 km/h), spesso controsenso ed essendo elettriche e silenziose, non si sentono nemmeno arrivare alle spalle.
Intanto, ieri sera, l’operazione congiunta delle Forze dell’Ordine con la polizia municipale ha consentito di fermare diverse persone e sequestrare circa dieci bici elettriche.
Piazza Cavour, piazza Moro, piazza Padre Pio e la Villa Comunale sono state l’oggetto del controllo massiccio.
Situazione analoga anche nei territori di Barletta e Andria dove, con un’ordinanza (n.366 del 21 agosto scorso) si è vietato l’accesso e transito di bici con pedalata assistita e a trazione elettrica in tutti i parchi pubblici per la tutela di bambini e anziani (pena la multa pecuniaria da 25 a 500 euro), anche perché spesso vengono usate per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Direttiva che, vista l’analoga situazione, si potrebbe copiare anche dalle nostre parti. Proprio il Compartimento pugliese della Polizia Stradale – guidata dal dott. Speranza – ha evidenziato come, spesso, le bici vengono utilizzate sia per lo spaccio di stupefacenti, che da soggetti a cui è stata sequestrata la patente di guida: in pratica, il divieto di utilizzare i mezzi di circolazione, viene eluso dall’uso di questo genere di biciclette che arrivano a raggiungere i 45 km/h. Per questo, il dirigente, ha impartito precise disposizioni in tal senso, con multe e sequestri dei mezzi, attesa la loro diffusione e tenuto conto che si tratta di mezzi che con la pedalata assistita non hanno nulla in comune.
Infatti, in commercio esistono due tipologie differenti di bici elettriche: la Pedelec e la S-Pedelec. La prima è una bici che si muove con i pedali (il motore elettrico serve, quindi, solo d’ausilio) e arriva a massimo 25 km/h; nella seconda il motore può rimanere in funzione finché la bici non raggiunge la velocità di 45 km/h. Per questo motivo, la normativa, dal 2017, inquadra questa tipologia come ciclomotore.
Intanto, al governo, il senatore Andrea De Bertoldi ha firmato un disegno di legge (a marzo scorso) che modifica le norme sulla circolazione dei velocipedi. “Si riferisce alle bici elettriche – ha spiegato al Sole24ore – che essendo assimilabili ad un motorino, hanno una maggiore pericolosità. Non fanno rumore e hanno una velocità più consistente rispetto alle classiche biciclette”.
“Casco, targa e assicurazione sono indispensabili – aggiunge De Bertoldi . È necessario regolamentare la circolazione e la condotta dei loro conducenti, troppo spesso protagonisti di atteggiamenti irrispettosi della legge”.
Il disegno di legge, dunque, introduce un contrassegno ad hoc da apporre sul telaio, da applicare sui lati o posteriormente, oltre a targa posteriore, contenente i dati di immatricolazione. Diventa obbligatorio indossare il casco protettivo e c’è l’espressivo divieto, all’interno dei centri abitati, della circolazione in senso opposto a quello di marcia degli altri veicoli. Scatta anche l’obbligo dell’assicurazione di responsabilità civile.