Non c’è pace per l’ex Ospedale di Bitonto.
Ad avere problemi, questa volta, è una delle eccellenze superstiti nella struttura di via Comez: il Laboratorio analisi.
Dal 26 agosto, infatti, denuncia la Confederazione sindacale Usppi Puglia, il sistema informatico in dotazione del laboratorio in questione ha smesso di funzionare. “Quel che è più grave – lamentano i sindacati – è che i tempi di ripristino sono ignoti e, quindi, si ipotizzano lunghissimi. I guasti del sistema informatico ha causato il blocco totale della procedura di accettazione degli esami ematochimici, venendo solo garantite le urgenze e controllo pazienti in TAO“.
La Confederazione sindacale ritiene che si tratti di “un subdolo tentativo di disattivare il laboratorio analisi di Bitonto che è sempre stato il fiore all’occhiello, per trasformarlo in centro prelievi“.
Il segretario generale Nicola Brescia chiede, così, che il servizio venga ripristinato immediatamente.
Subito, si è attivato il consigliere regionale Domenico Damascelli, che sta provando in tutti i modi a salvare quel che resta dell’ex ospedale bitontino.
“Questa mattina, farò un sopralluogo per rendermi conto della situazione e far presente alle autorità sanitarie, all’assessore al ramo e al presidente Emiliano la gravità del problema per ripristinare immediatamente il servizio. Il server che vien meno all’improvviso è un’avaria o un software che va aggiornato e non è stato fatto? Come mai si è determinato questo problema? È di una gravità assoluta? Ma ci rendiamo conto dell’enorme disagio che viene causato agli utenti?“, s’è chiesto preoccupato.
Sconcerto condiviso dal Partito democratico bitontino: “Nelle ultime ore abbiamo appreso che il sistema informatico del laboratorio analisi di Bitonto è stato dichiarato fuori uso perché vecchio e non riparabile. A partire da oggi, a turno, due tecnici si recheranno presso il P.O. San Paolo per portare i prelievi ed eseguire gli esami.
Ci chiediamo come sia possibile avere un PTA che consente ai cittadini di fare un day service dotato di sala operatoria e non riesce a dotarsi di un laboratorio analisi e centro prelievi idoneo ad esso.
È inevitabile ricordare quindi, la mancata riconversione dell’ospedale che prevedeva 5 milioni di fondi europei destinati alla
riqualificazione degli ambienti in stato di abbandono, o per nuovi servizi di prossimità o ancora, per il potenziamento di quelli già esistenti”.