Mentre Corato, che oggi ha una seduta del suo consiglio comunale, è ancora impegnata a risolvere la sua crisi amministrativa, dopo le dimissioni annunciate dal sindaco (c’è ancora tempo per ritirarle), Molfetta, che qualche giorno fa, avrebbe dovuto discutere, nella sua massima assise cittadina, della ricapitalizzazione della Sanb, ha rimandato ad agosto la decisione. Nonostante, il termine stabilito, fosse il 31 luglio, oggi.
L’8 agosto, fa sapere Roberto Toscano, liquidatore della Sanb, ci sarà un incontro all’Aro, per valutare se sciogliere la Società Ambientale del Nord Barese o se concedere qualche altro giorno, in caso gli ultimi due comuni che ancora non hanno deciso di ricapitalizzare, Molfetta e Corato appunto, si impegnino a farlo a breve, brevissimo tempo. Massimo due settimane, indica Toscano.
Il consiglio comunale di Bitonto, ricordiamo, il 12 luglio scorso, ha nuovamente approvato la ricapitalizzazione della Sanb.
«Abbiamo sempre portato avanti il percorso della Sanb, per garantire la continuità del servizio con un gestore interamente pubblico. Nonostante le altre amministrazioni abbiano più volte cambiato parere. Sin dal 2012, quando la legge regionale ci impose di procedere tramite lo strumento dell’Aro. L’Asv non avrebbe potuto più portare avanti il servizio in modo strutturato, non avrebbe potuto fare più investimenti, avrebbe dovuto vivere alla giornata, fino a che l’Aro non avrebbe dato l’affidamento ad un altro soggetto» fu la risposta che il sindaco Abbaticchio diede alle critiche dell’opposizione seguite al parere negativo della Corte dei Conti e ai dubbi sul futuro del servizio di igiene urbana e dell’Asv: «Stiamo salvando un finanziamento regionale per potenziare, in futuro, il servizio della Sanb. La cosa più comoda sarebbe stata avere un’Asv al 100% pubblica, ma liquidare il socio privato è impossibile perché non ci sono fondi. Ci prendiamo la responsabilità di ricapitalizzare e speriamo che anche gli altri lo facciano».
L’opposizione, infatti, aveva sottolineato l’assenza di certezze, perché non tutti sembrano così convinti del progetto Sanb, in primis Molfetta e Corato, che hanno già aziende che funzionano bene e che, senza un piano industriale, avrebbero dubbi sull’adesione.
Dubbi che aveva anche confermato lo stesso sindaco di Molfetta Tommaso Minervini: «Avevamo già deciso di stare fuori dalla Sanb, un’esperienza mai decollata. A fine 2018 viene fuori che ci sono 870mila €, per un finanziamento per la Sanb. Quindi abbiamo accolto la sollecitazione degli altri sindaci a rivedere la nostra posizione, al solo fine di ottenerli. Ma questo non significa calpestare la legittimità amministrativa. Una decisione del genere non può che essere valutata dal consiglio comunale. Mi giunge voce che, in alcuni comuni, revisori dei conti e segretari generali non sono favorevoli. È una decisione da prendere all’unanimità dei pareri degli altri comuni. È inutile ricapitalizzare se gli altri non lo fanno».
«Non c’è un giudizio ideologico preconcetto» conclude Minervini, aggiungendo che anche il Corato ha la necessità di approfondire e valutare legittimità e convenienza della ricapitalizzazione.
«Certo bisognerà valutare. A fine luglio ne discutiamo in consiglio comunale. Il mio parere è comunque favorevole alla ricapitalizzazione. Poi si vedrà» aveva sottolineato, infatti, l’appena insediato sindaco di Corato Pasquale D’Introno, prima di rassegnare le dimissioni, ponendo, sulla vicenda, l’ennesimo punto interrogativo. Che, si trasformerebbe in punto, se la situazione non dovesse sbloccarsi.
Il Comune di Terlizzi, invece, è stato il primo a manifestare assenso, nella seduta del 26 giugno.
«La gara aperta a privati è l’unica alternativa alla Sanb. Ma il controllo pubblico, su un servizio così rilevante è importante» è stato il commento del sindaco Ninni Gemmato, che confida nella strada della Sanb perché non si partirebbe da zero, ma in essa confluirebbero aziende di competenza ultradecennale come Asipu e Asm.
«Siamo convinti della bontà del progetto Sanb, della gestione pubblica del servizio di igiene urbana, anche perché attualmente è gestito dalla coratese Asipu srl, una società interamente pubblica che confluirà nella Sanb e ne sarà l’ossatura, insieme all’Asm di Molfetta, e che, in questi anni, ci ha portato, insieme ai comuni di Corato e Terlizzi, al 75% di raccolta differenziata» sottolinea Pasquale Chieco, il sindaco di Ruvo, dove il 18 luglio il consiglio ha approvato la ricapitalizzazione.
La possibilità di un finanziamento sembrava aver spinto tutti a procedere, anche chi aveva manifestato scetticismo. Ma, mentre Bitonto, Terlizzi e Ruvo hanno approvato con anticipo abbastanza largo la ricapitalizzazione, Molfetta aveva scelto di decidere in “zona Cesarini”, e aveva vincolato il proprio assenso all’unanimità sulla ricapitalizzazione. La crisi amministrativa di Corato, intanto, ha gettato nuovi dubbi sulle possibilità di riuscita del progetto Sanb.
Cosa ne sarà? Una cosa sembra essere certa. Con o senza lieto fine, ci avviciniamo sempre più alla fine di un’impasse durato anni.