“Non esistono disabili di serie A e di serie B”.
I genitori di ragazzi gravementi disabili non ci stanno.
I criteri, dettati dalla Regione Puglia nel bando 2018, per l’accesso al contributo economico dell’assegno di cura non possono essere accettati.
Nei giorni scorsi, alcuni rappresentanti di associazioni sono stati accolti dal direttore generale del Dipartimento delle Politiche per la Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, insieme con il consigliere politico del presidente Michele Emiliano, Domenico De Santis.
Obiettivo dell’incontro quello di analizzare le criticità per scrivere poi ai direttori generali delle Asl pugliesi.
Alla riunione in Presidenza della Regione a Bari, però, sono state invitate solo alcune associazioni, escludendone di fatto molte altre. Tra queste il gruppo spontaneo di genitori “Uniti per l’assegno di cura” che vanta anche membri bitontini.
Sono stati proprio loro qualche giorno fa a scrivere direttamente al governatore pugliese, chiedendo uno sforzo economico per liquidare tutti gli ammessi al beneficio.
“Il TAR condannerà la Regione – ne è sicuro un genitore bitontino -. Io sono pronto a chiedere anche i danni morali”.
Intanto, la stessa associazione ha inviato una missiva anche al ministro della Salute, Giulia Grillo, per poter ottenere l’aiuto del Governo.
“Noi comitato spontaneo di genitori di bambini disabili stiamo protestando per un diritto che ci è stato negato, grazie alle discriminazioni fatte dal Consiglio regionale capitanato dal presidente Emiliano – si legge nella lettera -. La situazione è davvero inaccettabile. Durante i nostri incontri siamo venuti a conoscenza di ciò che hanno combinato in Regione a dei tavoli organizzati a numero chiuso tra Consiglio Regionale e associazioni principali nazionali. Cara Ministro Grillo, la preghiamo con il cuore in mano di fare la sua parte come rappresentante istituzionale”.