Dopo le manifestazioni dei lavoratori di Mercatone Uno, licenziati nel cuore della notte, altri lavoratori hanno iniziato a manifestare per difendere il proprio posto di lavoro. Sono quelli della Olisistem Start, un call center ubicato tra Bitonto e Modugno, in cui sono impiegati circa 440 operatori, tra cui non pochi sono i bitontini. La società e la sua sede modugnese sono state oggetto, negli scorsi giorni, della disdetta unilaterale e irrevocabile del contratto commerciale, da parte del principale committente, la società del settore energetico Sorgenia s.p.a., che ha deciso di spostare l’attività in un’altra sede, a Molfetta, alla Network Contacts s.r.l.
L’azienda fa sapere di non voler licenziare nessuno e che rispetterà la clausola di salvaguardia vigente in materia di appalti, che consentirebbe ai lavoratori di essere trasferiti nella sede molfettese per continuare a lavorare, Ma i lavoratori si dicono scettici. Sia per la distanza, sia per probabili problemi di esubero.
Non tanti i chilometri che separano le due sedi, circa 30, ma comunque troppi per tanti che, venendo da città più lontane, come Monopoli, si troverebbero nella situazione di dover spendere troppi soldi per raggiungere quotidianamente il posto di lavoro. Troppi rispetto allo stipendio che percepiscono.
«La spesa non vale l’impresa» dicono, preoccupati anche per la tenuta della stessa sede, che, in assenza del suo principale cliente, difficilmente potrebbe sostenersi, andando incontro a chiusura certa, con un’irrimediabile ricaduta negativa in termini occupazionali.
I lavoratori, inoltre, sanno la clausola di salvaguardia non prevede alcun automatismo di applicazione o garanzia e che, alla Network Contacts S.r.l., insiste già un grosso problema di esubero di personale.
«Siamo stupiti dalla mancanza di forti reazioni da parte delle sigle sindacali, pur fortemente e storicamente presenti in azienda» dicono i manifestanti, molti dei quali madri e padri.
Le osservazioni della Olisistem, durante gli incontri con la Sorgenia sono state rigettate, riferiscono i dipendenti, nonostante proposte vantaggiose per entrambe.
Ed è per queste ragioni che, ieri mattina, hanno avviato, in via del tutto autonoma rispetto alle indicazioni delle rappresentanze sindacati presenti sulla sede, una manifestazione per sollecitare l’azienda committente a rivedere i suoi propositi e riaprire le trattative per cercare una soluzione percorribile per tutti.
«Stiamo manifestando per chiedere alla Sorgenia di rivedere la sua intenzione di anticipare la recessione dal contratto. Ciò creerebbe delle grosse problematiche a tutti noi dipendenti: non solo a quelli a tempo indeterminato, tutelati da una clausola sociale, ma anche a tutti coloro con contratti in somministrazione, a tutti i ragazzi che sono impegnati in questa attività da oltre due anni, i lab, che hanno un contratto di collaborazione a progetto. Rischiano il lavoro oltre 400 dipendenti fino al termine del contratto e in questa sede» sottolineano i manifestanti, spiegando che «la decisione di trasferire l’attività a 30 km crea seri problemi per chi ha un contratto part–time e, al massimo, guadagna 700€ mensili, sostenendo già spese alte per raggiungere la sede modugnese (molti vengono da Monopoli, Turi, Acquaviva). Si troverebbero a spendere molto di più a stipendio invariato, quindi a carico delle proprie tasche. L’alternativa sarà dare le dimissioni».