La sua colpa, la sua unica colpa, sarebbe stata quella di aver umiliato continuamente il figlio e, quindi, di averlo invitato a trovarsi un lavoro.
Per questo motivo, allora, M. C., 71 anni, origini di Palombaio, una vita passata nella Guardia di finanza prima della meritata pensione, è stato ucciso ieri mattina nella sua abitazione di Legnano. A ucciderlo, quindi, sarebbe stato proprio il figlio adottivo, M., di 36 anni.
A dare l’allarme è stato un operaio al lavoro in un cantiere nella palazzina di fronte a quella della casa della vittima. Erano circa le 10.20 quando l’uomo, dopo aver sentito delle urla provenire da un appartamento del palazzo in questione, si è affacciato e ha visto una persona cadere sotto i colpi di un altro uomo, con un corpo contundente in mano.
Ebbene, ad avere quel corpo contundente tra le mani, a quanto pare, era proprio il figlio. E quel corpo contundente era un lungo coltello, con il quale ha colpito a morte diverse volte il povero papà.
Il giovane, sottoposto a un lungo interrogatorio, ha ammesso di aver compiuto il folle gesto, spiegandolo che si sentiva “umiliato continuamente” dai rimproveri del genitore che, da tempo, gli faceva presente che la sua pensione non poteva più essere sufficiente a mantenere tutta la famiglia.
È accusato di omicidio volontario.