“Un’estensione che consente di esprimere ogni vibrante emozione”. Già, proprio come se quella fila di tasti d’ebano e avorio fosse un naturale prolungamento del cuore: è questa l’essenza della rapporto fra Danilo Fallacara – giovane bitontino emigrato per lavoro al nord e mai dimentico per la gioia degli ascoltatori del suo talento musicale – e il pianoforte. Il nostro concittadino, infatti, mentre si affermava professionalmente, perseverava nel dare corpo a suoni e sogni miniando di crome e biscrome i pentagrammi. A nove anni i primi colpi delle manine sulla tastiera, poi lo studio serio e il diploma al Conservatorio “Duni” di Matera. L’anno scorso, con l’etichetta Digitube Studio di Mantova, e arrivato l’album di debutto, Secret Eden.
L’opera ha un titolo inequivocabile che è un inno alla riscoperta dell’Io. Tutto ruota intorno alla traccia principale della raccolta, in cui l’artista racconta di un luogo spirituale, un Eden segreto, presente in ognuno di noi, un luogo magico che racchiude tutti i palpiti segreti, insieme a nostalgiche e dolcissime memorie, dettate dal cuore lungo il tragitto della vita. Queste emozioni, con tutte le loro gradazioni, delineano la natura degli esseri umani e, se abbiamo il coraggio di seguirle, ci rendono davvero vivi e liberi. Per questo motivo, il protagonista assoluto è l’amore, come dimostrano i due pezzi sublimi “Toi, dans un soupir” e “Divine love”.
Ogni brano, dunque, può essere considerato un appassionante viaggio spirituale dentro l’anima, con sonorità che ricordano insigni artisti come Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi. Che rappresentano per il bitontino i modelli prediletti, insieme ai maestri di colonne sonore John Williams, Ennio Morricone e Danny Elfman.
Dunque, è anche dalle note di un giovane di gran vaglia com’è Danilo può venire il riscatto etico e culturale della narrazione città, troppo spesso oltraggiato dalle notizie di cronaca nera.