Dopo la pubblicazione del nostro articolo dal titolo “Bilancio Festa Patronale 2019. Una lettrice attacca: Bitonto sta crescendo, ma manca il senso civico”( https://bit.ly/2Wsj0xh ), non si è fatta attendere la risposta dell’assessore Rocco Rino Mangini
Sulla sua pagina facebook, l’assessore al Marketing Territoriale ha così replicato:
“Penso che a questo elenco di criticità segnalate dalla lettrice, si possa rispondere con il sempre valido adagio “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”.
Purtroppo la foresta che cresce non la si vede, o peggio ancora si vede e si vuol vedere solamente l’albero che cade.
Sono convinto che ci sia ancora tanta strada da fare per raggiungere le vette dell” “educazione civica“, ma non possiamo sempre valutare la nostra città avendo come unico parametro i cittadini maleducati, sporcaccioni e caciaroni. Ci sono, per carità, ma sono pur sempre una minoranza – rumorosa appunto – che non può rappresentare l’intera comunità.
La Comunità civica è fatta, in effetti, soprattutto da migliaia di cittadini che operano nel silenzio per l’edificazione di una città migliore.
Ogni tanto sarebbe bello dare merito anche a loro e identificare Bitonto anche e soprattutto con loro.
La lettura dell’articolo mi costringe – ahimè – a fare una doverosa precisazione rispetto al seguente passaggio:
>.
Per garbo e per far cadere nell’oblio la polemica, non abbiamo replicato a quanto detto dalla prof.ssa Tota domenica scorsa durante i saluti finali del Corteo Storico.
Personalmente posso anche capire la stanchezza che l’organizzazione di un evento del genere porta con sè; e la prof.ssa Tota da due decenni se ne prende cura con notevole impegno di energie psico-fisiche.
Tuttavia, pur avendo massima stima umana per una donna che si impegna operosamente per la città (non certo da ora), mi duole sottolineare la totale mancanza di rispetto istituzionale di cui si è resa – spero inconsapevolmente – protagonista.
La lettura dell’articolo del Da Bitonto e il passaggio su riportato impongono che la verità sia detta al fine di chiudere questa surreale polemica, perchè tale è.
Sono state mosse due accuse all’Amministrazione Comunale. Una peggiore dell’altra. una più falsa dell’altra.
La prima riguarda il “presunto” scarso sostegno economico alla buona riuscita del Corteo.
Si sappia che nel Bilancio di Previsione 2019 per cause di forza maggiore è stata chiesta una riduzione dei capitoli della Cultura e del Turismo. E così è stato: abbiamo ridotto, a malincuore, il capitolo del Festival, quello degli eventi culturali, quello del Teatro e altri ancora.
L’unico, sottolineo l’unico, capitolo che non ha subito tagli, ma che è stato raddoppiato è il capitolo del Contributo al Corteo Storico che è passato dai 5.000 euro ai 10.000 euro, raddoppiando.
Non è stato un caso, ma il frutto di una chiara volontà nostra di sostenere con maggiore forza questa manifestazione. Oltre ai 10.000 euro, abbiamo anche contribuito con alcuni servizi logistici e tecnici, sollevando di fatto l’Accademia della Battaglia di ulteriori costi. E l’Accademia sa di quanto ho scritto.
Alla luce di questi fatti, inconfutabili, l’accusa di scarso o poco sostegno da parte dell’Amministrazione cade clamorosamente perchè falsa.
Sempre rimanendo sulla lettura delle righe della lettrice del Da Bitonto è altresì falso il passaggio in cui veniamo accusati di vantarci in campagna elettorale per il Corteo Storico.
Chi ci conosce e chi ci ascolta può confermare che non citiamo mai un solo evento quando sottolineiamo le politiche culturali messe in campo dalla nostra Amministrazione, ma parliamo di sistema, di programmazione, di offerta annuale, ecc ecc. Forse l’unica eccezione la facciamo per Cortili Aperti, che è davvero il fiore all’occhiello della nostra programmazione culturale.
Quindi, anche questa accusa di strumentalizzazione del Corteo per fini elettorali la restituiamo al mittente.
La seconda accusa mossa dalla prof.ssa Tota è ancor più clamorosa perchè mette in dubbio la nostra onestà intellettuale e morale.
Lei ha parlato di un’Amministrazione che fa differenze tra “figli e figliastri”, ritenendo l’Accademia della Battaglia alla stregua di un figliastro.
Eppure ho già dimostrato che quest’anno il capitolo del Corteo Storico è stato l’unico a non diminuire e a raddoppiare; è così che ci si comporta con i figliastri?
E chi sarebbero i figli?
Quelli che partecipano ai numerosi bandi pubblici che da 7 anni (prima di noi mai) pubblichiamo per l’organizzazione di qualsiasi evento culturale?
Sono figli quelli che partecipano?
E i figliastri quelli che decidono di non partecipare, salvo poi polemizzare sulla loro assenza dai programma comunali?
Chi impedisce loro di partecipare?
Davvero non riesco a capire!?
E come abbiamo trattato l’Accademia della battaglia e la sua presidente all’indomani dello “scandalo” degli immigrati vestiti da paggetti usati come raccogli sterco?
Da figli o da figliastri?
Pur essendo completamente ignari della decisione dell’Accademia, come Amministrazione abbiamo subito attacchi da ogni dove e da chiunque: politici, mediatici, personali.
Come città siamo balzati agli onori delle cronache nazionali in modo imbarazzante.
Ma abbiamo sempre difeso la buona fede, l’onorabilità e la storia dell’Accademia e dei suoi componenti, mettendoci la faccia e prendendo noi gli schiaffi per loro.
Lo abbiamo fatto e lo faremmo ancora, perchè anche in quel caso si è trattato di un errore in buona fede dovuto alla stanchezza, all’ansia organizzativa e alla lettura superficiale di quanto stava avvenendo.
Sempre convinti che trattiamo da figli e dai figliastri?
Concludo, sottolineando che il mio intento non è quello di muovere guerra a nessuno, né di alzare muri.
Il mio intento è solo quello di ristabilire la verità.
La verità è oggettiva.
Sarebbe bastata anche una semplice richiesta di scuse per avere detto cose che forse nemmeno si pensano.
Ma è chiaro che oggigiorno è più facile sospettare di chi governa, rispetto a chi viene governato.
Detto questo, il nostro rapporto di collaborazione con l’Accademia non cessa, la nostra gratitudine per il loro lavoro gratuito è immutata, la stima umana per la sua presidente rimane ma era doveroso e giusto dire anche la nostra”.