Il Gup del Tribunale di Bari Marco Galesi – dopo il processo celebrato con rito abbreviato – ha condannato a 6 anni di reclusione il boss Domenico Conte e a 4 anni e 8 mesi di reclusione il sodale Danilo Gentile. I reati contestati dai Pm della Direzione Distrettuale Antimafia, Ettore Cardinali e Marco d’Agostino, sono – a vario titolo – di lesioni personali, detenzione e porto abusivo illegale di armi, spari in luogo pubblico, con l’aggravante mafiosa.
Le indagini della DDA, svolte con i Carabinieri, hanno dimostrato che Gentile – esecutore materiale – il 14 marzo 2018 esplose, dal tetto di una abitazione nelle vicinanze di porta Robustina, cinque colpi da una calibro 357 magnum all’indirizzo di un componente del clan avverso facente capo a Francesco Colasuonno, detto “Cipriano”. Il bersaglio fu mancato, ma una donna 29enne riportò quattro giorni di prognosi per la ferita riportata, di striscio, ad una gamba. L’esecuzione avveniva in risposta al ferimento del 23 febbraio del 2018 quando, Benito Ruggiero, Rocco Mena e Arcangelo Zamparino, a piedi su via Maggiore (leggi qui https://bit.ly/2wWTuS7), ferivano il 29enne Giuseppe Antuofermo, storico braccio destro di Conte e un giovane 17enne che faceva da palo, in via De Rossi (leggi qui: https://bit.ly/2THDigS).
Il pluripregiudicato Conte, in qualità di mandante, proprio la scorsa settimana ha ricevuto un’altra condanna a 20 anni di reclusione per l’agguato del 30 dicembre 2017 in cui rimase uccisa, per errore, l’84enne Anna Rosa Tarantino.