Bitonto è una delle poche città in cui uno sguardo sbagliato può trasformarsi in una pericolosa miccia che accende una rissa inenarrabile.
Prendiamo quel che è successo ieri pomeriggio, in via Berlinguer. Approfittando dell’estate esplosa all’improvviso, fanciulli innocenti stavano giocando per strada. Si sa come vanno queste cose. Imprevedibile, arriva un’occhiataccia errata, lo scontro dialettico vive in modo imprevedibile un crescendo rossiniano, i pargoli cominciano a sfoderare il meglio dei loro alberi genealogici, che spesso vantano rappresentanti residenti nel borgo antico nostrano – niente movida, stavolta, ma solo un curriculum lucente di malefatte – o, al meglio, al San Paolo, e di certo non trattasi del noto centro brasileiro, ma del malauguratamente prossimo quartiere in di Bari. In mancanza degli eroi maschi, come in una zuffa omerica in versione rosa, intervengono le genitrici dei piccoli. E qui i toni si impennano: si parte con il franco rinfacciarsi dei rispettivi pronomi personali. Poi, in uno scenario jacovittiano di peni e deretani volanti, viene evocata la consueta, raffinata selezione di cari estinti altrui, sempre inspiegabilmente impegnati in postume pratiche orgiastiche. Infine, come se non bastasse, si giunge alla rigorosa (e vigorosa) verifica della tenuta di capigliature anche stravaganti e indumenti ognora griffati. Insomma, esplode un acciaccapesta gigantesco.
Sarà necessario l’intervento di pattuglie di polizia e carabinieri per ricondurre con fatica la situazione all’ordine.
Non c’è niente da fare: siamo troppo cozzali…