Tutto quello che c’è da fare ha intenzioni nobili. Da un lato le “classiche” azioni di tutela e di valorizzazione della biodiversità dell’ecosistema proprio della macchia mediterranea, la salvaguardia degli elementi di carattere storico – ambientale, l’integrazione del territorio antropizzato ai margini della Lama con attrezzature ed attività culturali, educative e ricreative, la riqualificazione delle porzioni dell’alveo come corridoi ecologici multifunzionali, la rinaturalizzazione delle fasce di pertinenza tra habitat naturali e contesti agricoli antropizzati. Dall’altro interventi aventi come obiettivo la diffusione delle conoscenze e la sensibilizzazione dei cittadini ai valori idrogeomorfologici, naturalistici e storici della Lama, che ne stimolino il senso di appartenenza e di riappropriazione sociologica, culturale e scientifica. E, per di più, attivare le verifiche di sicurezza statico/sismica dei ponti storici ottocenteschi denominati di “Santa Teresa” e del “Carmine” quale primo approccio alla tutela ed alla valorizzazione delle due storiche opere d’arte.
Prima, però, bisogna fare una cosa essenziale. Acquistare gran parte dei suoli che saranno oggetto dei lavori, oggi in mano ai privati.
Da Palazzo Gentile hanno messo nero su bianco il progetto con cui qualche mese fa hanno strappato un assegno da 1,3 milioni di euro dalla Regione Puglia per riqualificare l’area naturale della Lama Balice, nel tratto compreso tra la Porta del Carmine e piazza Castello lungo via Galileo Galilei (clicca qui per articolo https://bit.ly/2PZasGE). E rientrante nell’ampissimo e famoso intervento del “Lungolama”, che darà un restyling alla città toccando, come è noto, Porta la Maja, tutto il tratto di Lama Balice, l’ex macello comunale, e a piazza Caduti del Terrorismo.
Ma cosa prevede il piano di interventi che da lungomare Nazario Sauro hanno fatto rientrare nella graduatoria dell’Avviso pubblico “Realizzazione di progetti di infrastrutture verdi”?
Innanzitutto il recupero e valorizzazione degli accessi al parco naturalistico della Lama, nell’ottica strategica della creazione di un parco urbano “connettivo” tra il tessuto edilizio a monte e a valle della Lama.
Riqualificare, quindi, i terrazzamenti digradanti a due passi dal Ponte del Carmine al fine di creare un anfiteatro naturale in una posizione privilegiata che, dai piedi di Porta La Maya e delle Mura Angioine, permette di fruire visivamente della parte più suggestiva della Lama compresa tra le arcate del ponte storico del Carmine e l’ansa di Piazza Castello.
Senza dimenticare di preservare e ridare splendore ai muretti a secco, piccoli terrazzamenti, murature d’argine, strutture in grotta, cisterne. E altro ancora.
Dal Comune, per non farsi mancare nulla, hanno persino pensato a un cronoprogramma. Chiaramente non ci sono date precise, ed è impossibile fare calcoli, visti gli espropri da fare. La volontà è di far passare un massimo di 630 giorni tra la firma del disciplinare e il poter ammirare i lavori completati e completi.