Gli stendardi dell’Anpi tornano a sventolare sui balconi di Palazzo Gentile. Con la ricostituzione della sezione bitontina, che punta a riaprire la sede storica di via Amedeo, gli antifascisti bitontini mirano a ritrovare il valore del 25 aprile attraverso una serie di manifestazioni iniziate due giorni fa proprio con l’esposizione di quegli stendardi, ancora conservati nella vecchia sede, dopo la sua chiusura, oltre dieci anni fa.
Il significato dell’esposizione dei simboli dell’Anpi è stato spiegato nell’ultima assise comunale da Vincenzo Martinelli, esponente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani: «Da qualche settimana, ci siamo impegnato a raccogliere e catalogare documenti e cimeli trovati nella vecchia sede. Tra essi abbiamo trovato questi stendardi che abbiamo appeso al balcone del palazzo municipale. Stendardi esposti per la prima volta nel ’75, in occasione di un convegno in presenza del console jugoslavo. Insieme ad essi fu appesa anche una bandiera jugoslava che, chiaramente, oggi non ha più senso. Le abbiamo esposte nuovamente, accostate dalla bandiera italiane e dallo stemma del Comune di Bitonto, a simboleggiare l’Italia e la nostra città difese dal partigiano bitontino ritratto sulla stoffa, che abbiamo chiamato, parafrasando Fenoglio, il partigiano Gianni».
«È il simbolo di tutti i bitontini che hanno dato la vita nella lotta al fascismo. Abbiamo ritrovato una prima lista parziale di circa 50 caduti partigiani. Sarebbe bello ricordarli pubblicamente» continua, spiegando che parlare di antifascismo e resistenza è ancora necessario: «L’eredità dei partigiani, che hanno pagato con il sangue le loro lotte, è sicuramente la Costituzione italiana, periodicamente sotto attacco da parte di tutti i governi. È nostro dovere difenderla, nei diritti fondamentali che essa riconosce: lavoro, casa, salute, istruzione. Il lavoro dell’Anpi ha proprio questo obiettivo. Fare in modo che la Costituzione sia riconosciuta nei suoi diritti fondamentali. Non possiamo accettare che l’Italia perda la sua unità economica. Non possiamo permetterci che ci siano regioni di serie A e di serie B. Ogni cittadino deve avere le stesse possibilità. Mi sembra giusto che ci siano uguaglianza di diritti e uguaglianza di doveri in base alle proprie capacità».
«Mi auguro che i cittadini si diano da fare, affinchè quello che i nostri partigiani hanno desiderato per le generazioni future si avveri» conclude Martinelli.
Oggi, per celebrare l’anniversario della liberazione dal nazifascismo, alle 10 ci sarà un corteo istituzionale, che partendo dalla sede del Comune in Corso Vittorio Emanuele raggiungerà la Villa comunale per la posa della corona d’alloro ai piedi del Monumento ai Caduti.
In serata, poi, dalle 19, piazza Cavour ospiterà LiberAzione, festa popolare con stand e musica a cura dell’Arci Kirikù, con il coinvolgimento dei giovani.