Si conclude oggi “Anonimi”, la mostra della fotografa Giovanna Vacirca che, da mercoledì 9 aprile, è visitabile nel Torrione Angioino. Una mostra, curata dal docente Carmelo Bacco, organizzata dal Comune di Bitonto e dalla sezione locale dell’Anpi e concepita all’interno di un centro d’accoglienza di Valderice, in provincia di Trapani.
Ritrae dodici donne migranti, ospiti del centro, in fuga dalle loro terre saccheggiate, talvolta con famiglie distrutte dalla guerra. Donne fotografate rigorosamente di spalle e senza vestiti. Anonime, senza identità, come spesso arrivano qui da noi, dopo un viaggio straziante.
Sono «donne liquide» perché sono migranti e guardano verso uno sfondo bianco, a significare una luce, una speranza, come ci spiega l’artista siciliana che ha mostrato i suoi scatti anche alle scolaresche: «La mostra nasce quando, a settembre, un amico giornalista, che ha vissuto in Africa per tanto tempo, stanco della superficialità con cui si tratta l’argomento e stanco di sentirsi dare del “buonista”, ha organizzato in Sicilia alcune iniziative sul tema. La mostra fotografica nasce in questo contesto».
Nigeriane e tunisine le ragazze fotografate, alcune delle quali con evidenti segni delle violenze subite, come bruciature di sigarette e parti di scalpo mancanti. La mostra ha già fatto tappa a Roma per il Mese della Fotografia e, dopo Bitonto, sarà a Milano.alcune delle quali con evidenti segni di violenze subite, come bruciature di sigarette e parti di scalpo