Niccolò Machiavelli (1469-1527), nella sua opera più famosa, “Il Principe”, era convinto che, pur di mantenere il potere, il sovrano doveva e poteva ricorrere all’uso della menzogna. E pure sistematica.
Scriveva, infatti, che spesso era obbligato alla bugia “per saper entrare nel male”, per “mantenere lo Stato” a “operare contro alla umanità, contro alla carità, contro alla religione”.
Il problema, però, è quando la menzogna fa rima con tracotanza, supponenza e offese per il lavoro degli altri.
Già, perché quella che si è consumata ieri pomeriggio, in una politica cittadina improvvisamente impazzita e che, a suon di comunicati stampa, cambia ogni mezz’ora la propria geografia, è una ennesima pagina di brutta arte della cosa pubblica. Quasi vergognosa, verrebbe da dire.
I fatti. Tutto parte un paio di mesi, fa, a dicembre. Sul nostro fratello maggiore, il nostro mensile che si onora di primeggiare tra le edicole di questa città dal 1982, raccontavamo di come l’avvento di “Italia in comune” avesse sparigliato le carte in tavola e si stava preparando a cambiare completamente la composizione del Consiglio comunale. Facevamo – senza possibilità di essere smentiti perché frutto di verifiche e un lavoro di fonti affidabilissimo -, anche i nomi di chi era dentro al partito di Michele Abbaticchio. Tra questi Elisabetta Pasqua Nuzzo, già consulente gratuito ai Servizi sociali nell’ultima parte del primo mandato dell’attuale primo cittadino, e in forza a “Bitonto solidale”, e Veronica Visotti, in quota “Direzione Bitonto”.
Ebbene, accade che dopo oltre un mese, il gruppo consiliare di Nuzzo risponde (in modo poco elegante, però, perché tramite un comunicato stampa inviato a un’altra testata telematica della città, dimostrando di non conoscere le regole base del giornalismo), sottolineando come “una parte della stampa locale immagina una geografia non reale della maggioranza”. Definivano, inoltre, “infondata” la nostra notizia – ci hanno dato dei bugiardi, praticamente – chiedendo “un immediato chiarimento”.
La stessa cosa, qualche giorno più tardi, la fa anche Visotti che, sulla testata giusta (quindi la nostra, ndr), ha ribadito a voce alta di “non aver mai dichiarato, in nessuna occasione ufficiale o ufficiosa, la mia volontà di aderire al succitato gruppo politico”. Aggiungendo che “ribadisco, qualora fosse necessario, l’appartenenza alla lista “Direzione Bitonto” (clicca qui per leggere articolo completo https://bit.ly/2GubWqz).
Succede, però, che i bugiardi hanno avuto ragione. Senza se e senza ma. Perché? Proprio ieri sera, la sezione bitontina di “Italia in comune”, ringraziando Cataldo Ciminiello, Michelangelo Rucci e “Tra la gente” per l’ingresso, scrive che “integrano le adesioni dei consiglieri Maria Grazia Gesualdo, Lisa Nuzzo, Veronica Visotti, Pasquale Castellano e Pino Maiorano”.
Il dado è tratto, allora. E non c’è più nulla da dire. Noi non pretendiamo pubbliche scuse, ma ci auguriamo che chi di dovere si comporti di conseguenza dinanzi ai propri elettori, e alla città intera. La prima a pagare, e non poco, con questi atteggiamenti e giochetti di potere che nulla hanno a che fare con la buona Politica. Ma, a ben pensarci, quella da tempo è scomparsa nella città dell’olio e del sollievo.
Un nuovo tavolo di coalizione. I fatti, parte seconda, allora. Nella terribile sfida in corso nella maggioranza tra chi è più forte, adesso a prevalere è “Italia in comune” con ben sette consiglieri. Cataldo Ciminiello, Domenico Rucci, Elisabetta Pasqua Nuzzo, Veronica Visotti, Maria Grazia Gesualdo, Pasquale Castellano e Giuseppe Maiorano.
Accade, allora, che “alla luce delle nuove adesioni, della federazione a Italia in comune dei movimenti civici “Tra la Gente” e “Bitonto solidale” e dell’ingresso ufficiale in Consiglio comunale, che seguirà a breve, ritiene opportuno programmare un nuovo tavolo di coalizione alla luce dei cambiamenti registrati, dove il sindaco prenda atto della forza politica del progetto che a livello regionale rappresenta lui stesso, peraltro in modo autorevole”.
Bitonto caput mundi. I fatti, parte terza, dunque. Visto il repentino mutare della geografia politica della città e l’efficacia campagna acquisti di Michele Abbaticchio, Bitonto, a oggi, presenta un Consiglio comunale che entra di diritto nella storia. Venti sono gli esponenti di maggioranza, appena cinque quelli di opposizione. E, siccome a sentire i bene informati c’è ancora qualcosa che bolle in pentola, la sensazione è che potremmo restarci nei manuali di storia. Sì, in quelli di cattiva politica. Di azzeramento della democrazia e del contradditorio. Del menefreghismo rispetto al voto degli elettori.