Venerdì 15 febbraio, presso l’aula magna della Sede centrale dell’IISS “Volta – De Gemmis” a Via Matteotti 197, alle ore 18.00, l’autore Mario Romeo, ci parlerà del suo intrigante romanzo storico “Settembre 1943. L’ULTIMA MISSIONE”.
Insieme a lui scopriremo il leggendario personaggio, il Comandante vero, pluridecorato già in vita e onorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare alla memoria, dopo la sua tragica morte avvenuta a Napoli sul finire dell’agosto 1944. Saranno presenti all’evento Ninni Cosma per PALOMAR Editore e la Prof.ssa Rosa Calò, docente di Storia presso l’IISS Volta – De Gemmis, nonché vice Sindaco del Comune di Bitonto.
È il 3 settembre 1943. In Sicilia nei pressi del centro abitato di Cassibile, il Gen. Giuseppe Castellano, in rappresentanza del governo italiano e il Gen. Walter Bedell Smith, in rappresentanza del comandante in capo delle forze alleate in Europa, Gen. Dwight Eisenhower, in gran segreto, sottoscrivono l’armistizio. In realtà, è la resa senza condizioni dell’Italia agli Alleati.
L’Italia, il 10 giugno del 1940, per volontà di Benito Mussolini con l’assenso del Re Vittorio Emanuele III, era entrata in guerra a fianco della Germania nazista di Adolf Hitler, confidando in una fine rapida delle ostilità, in una Europa già devastata da un sanguinoso conflitto che sembrava risolversi a vantaggio delle mire espansionistiche germaniche sull’intero continente.
Ma le cose si misero subito male per le forze armate italiane assolutamente impreparate ad affrontare un conflitto che per noi si estendeva anche alle colonie africane: Libia, Somalia, Etiopia. E come se non bastasse, ad ottobre dello stesso anno, Mussolini aprì un nuovo fronte nei Balcani contro la Grecia; a partire da fine giugno 1941, mandò un’intera armata in Russia affiancando i tedeschi che, peraltro, non gliel’avevano chiesto.
I tre anni di guerra al fianco della Germania, furono un susseguirsi di cocenti sconfitte strategiche su tutti i fronti nonostante non mancarono tanti atti di eroismo dei nostri soldati sui fronti terrestri, sui mari e nell’aria. Soldati, combattenti, che non esitavano a sacrificare le proprie giovani vite in nome della Patria e dell’Onore militare suscitando spesso l’ammirazione degli avversari. Infatti, dopo la disfatta di El Alamein in Nord Africa, la situazione per le truppe dell’Asse, già molto critica nei mesi di novembre e dicembre del “42, divenne insostenibile nei primi mesi del “43.
Il 13 maggio, per ordine del Duce e dopo lunghi mesi di tenace resistenza, le rimanenti truppe italiane guidate dal Gen. Giovanni Messe, si arresero agli anglo-americani in Tunisia. L’11 maggio si erano arresi i tedeschi dell’Afrikakorps. Gli Alleati controllavano incontrastati tutto il bacino del Mediterraneo; avevano una schiacciante supremazia aerea e il controllo dei cieli. Il 10 luglio sbarcarono in Sicilia.
Oltre alle installazioni militari e alle fabbriche, anche le maggiori città italiane subirono continui e micidiali bombardamenti che mietettero le vite di migliaia di civili inermi. Poco o nulla le nostre difese antiaeree riuscivano a fare contro i bombardieri d’alta quota B-17 statunitensi e i Lancaster inglesi. Mancavano le materie prime per l’industria, ma soprattutto la popolazione era ormai ridotta allo stremo e sottoposta ad indicibili sofferenze per la carenza di cibo, di medicinali, di energia.
Il 25 luglio Mussolini venne deposto dal Gran Consiglio del Fascismo. Il Re lo fece arrestare, sciolse la Milizia (le camicie nere) e al suo posto nominò un suo fedelissimo: il Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio.
Ma ormai la guerra era persa. L’unica, amara, via d’uscita era rappresentata dalla fine delle ostilità. Ciò significava arrendersi agli Alleati. Con affanno e non senza difficoltà anche logistiche si cercarono contatti diplomatici con gli Alleati a Lisbona e presso la Santa Sede. Sia pur in un clima di reciproca diffidenza, si arrivò così alla firma del 3 settembre.
Ma inspiegabilmente, Badoglio e il Re temporeggiano nel comunicare l’armistizio, nonostante si continui a morire sotto le bombe.
Alla fine, gli Alleati spazientiti, dettero per primi la notizia con un radio messaggio diffuso dal Nord Africa, per voce di Eisenhower in persona, nel tardo pomeriggio dell’8 settembre. Solo dopo un’ora Badoglio si decise ad annunciare alla nazione e ai combattenti la fine delle ostilità contro gli Alleati con un enigmatico radiomessaggio.
Si aprì così uno dei più drammatici e controversi capitoli della nostra Storia recente, che dette origine ad una sanguinosa guerra civile, alla fine della Monarchia e alla nascita della Repubblica.
L’opera di Mario Romeo, trae origine e spunto proprio dalle vicende che precedettero e seguirono l’8 settembre del “43. Lo scrittore, già ufficiale della nostra Marina Militare, descrive la vita dei marinai a bordo di una unità sottile della Regia Marina; i rapporti umani che si creano tra gli uomini imbarcati: ufficiali, sottufficiali e comuni marinai, costretti a condividere spazi stretti, ad operare fianco a fianco, a condividerne la sorte pregna d’incognite e pericoli.
Su tutti, spicca la figura umana e carismatica del Comandante. Uomo amato dai suoi sottoposti proprio perché affronta con determinazione, i rischi più insidiosi, facendosi carico delle conseguenze rivenienti dalle decisioni più difficili.
L’evento è aperto alla cittadinanza