“C’è chiaramente un complotto tra Renzi e Vendola: è di tutta evidenza che stanno tentando di mettere insieme un terzo polo non per vincere, perché non ci possono riuscire, ma per farci perdere, per consegnare la Puglia a Salvini. Se vuole candidarsi, venga a fare le primarie, sono disposto ad aspettare fino a luglio”. È questa l’accusa che nel corso di una conferenza stampa, qualche giorno fa, Emiliano lanciò nei confronti del suo “ex” amico Nichi Vendola, già governatore della Puglia.
Le risposte non sono certo tardate ad arrivare. “Michele Emiliano, chiuso nel suo castello di proclami e di chiacchiere roboanti – ha scritto in un comunicato Vendola (Si – Leu) -, assediato dai suoi fantasmi e dalle sue fobie, mi tira per i capelli in una polemica che appare tanto delirante quanto ridicola”.
“Un giorno mi accusa di complottare con Renzi, il giorno dopo di complottare con Salvini, con l’unico interesse di farlo perdere alle prossime regionali. Poi mi sfida a decidere, io e lui insieme, la data delle primarie pugliesi per le regionali, come se io e lui fossimo i padri-padroni di una coalizione politica. Questo è il suo metodo di concepire la lotta politica, trascinando il dibattito pubblico verso una deriva di fango, di bugie, di volgarità“, dice ancora Vendola.
La data delle primarie del centrosinistra in Puglia, al momento, è stata fissata per il prossimo 24 febbraio. A scegliere la data Michele Emiliano ed il Pd che, come si legge in una nota, sottolinea come il tavolo del centrosinistra avrebbe consentito di non “passeremo il tempo a combatterci tra noi e a rendere difficile la vita al governo regionale, bensì a governare al meglio sino all’ultimo giorno del mandato”.
Ma Emiliano rischia di perdere pezzi ancora prima di partire: da Federico Massa a Dario Stefàno anche nel Salento il fronte anti-Emiliano si è mobilitato per bloccare questa scelta: “Avevamo visto giusto: il tavolo regionale convocato dal segretario Lacarra aveva come unico obiettivo blindare la ricandidatura di Michele Emiliano alle elezioni regionali del 2020 – attacca la Puglia in Più -. Noi non ci presteremo a questo gioco. La stessa cosa chiediamo di fare al Partito Democratico che non può prestarsi al gioco di una partita truccata in partenza che consegnerà il centrosinistra a una lacerazione prima e ad una sonora, quanto prevedibile, sconfitta dopo”. Lo hanno dichiarato il bitontino Nino Colasanto e Donato Ratano responsabili del Movimento che fa capo a Stefàno.
Che non sia solo il preludio di un ufficiale rientro in campo di Vendola? Intanto l’ex governatore ha preso le distanze da Emiliano: “Mi rammarico di aver sostenuto politicamente chi oggi sta tradendo le ragioni del Sud, sottoscrivendo il patto con la Lega di Salvini (altro che complotto!) sulla cosiddetta ‘secessione dei ricchi’. Mi rammarico di aver voluto bene ad una persona così incapace di lealtà e di rispetto verso le altre persone”.
Un litigio a suon di comunicati e note a mezzo stampa, frecciatine e insinuazioni. Molti partiti, anche neonati, restano a guardare quel che accade, inermi di fronte a due colossi della politica pugliese.
Ad affermarsi nel panorama politico è la silenziosa scalata di Italia in Comune, che al momento conta circa 70 amministratori pugliesi, e vede a capo il nostro sindaco Michele Abbaticchio. Abbiamo chiesto, quindi, chi intenderanno sostenere alle prossime regionali.
“Non vorrei vederli più litigare – ha detto il coordinatore regionale del partito – . Abbiamo il congresso il mese prossimo, la mia posizione di uomo del centro sinistra è che ci stiamo facendo tutti davvero un gran male perché quando si discute è sempre meglio farlo nelle sedi giuste e che si parli di programmi. Invece mi pare che si parli troppo di nomi e cognomi e con comunicati stampa. Spero che Italia in Comune si collochi con un candidato di centro sinistra e con un centro sinistra più unito”.