Strani esperimenti scientifici effettuati dai militari, un imprevisto durante le operazioni, un’epidemia che uccide e riporta in vita sotto forma di zombi, orde di morti viventi che vagano per le strade di una città devastata alla ricerca di carne umana, centri commerciali dismessi e ormai abitati dalle fameliche creature, gruppi di sopravvissuti che, oltre che dagli zombi, devono difendersi da altri gruppi di umani.
No, non è un libro di Stephen King o il mondo immaginato dal maestro dell’orrore George A. Romero nei suoi film. Non è l’universo post-apocalittico della serie The Walking Dead. Non è neanche la videoludica Racoon City di Resident Evil.
È Bitonto, dove è ambientato il film “Z-Survivor – Sopravvissuti alla catastrofe”, diretto da Rudy Fiore e disponibile ad episodi di 10 minuti ciascuno su Youtube.
La storia non punta sull’originalità, essendo il tema già ampiamente trattato. Narra di alcuni strani esperimenti su cavie umane condotti dall’esercito. Durante uno di questi, qualcosa non va come dovrebbe e, dunque, le cavie si trasformano in zombi, le celebri creature nate dalle tradizioni vudù della popolazione afroamericana di Haiti e protagoniste di libri, film, serie televisive, videogame. L’infezione si diffonde attraverso i morsi dei morti viventi che invadono la città, costringendo i pochi superstiti a fuggire, non sapendo neanche di chi fidarsi tra gli altri umani ancora viventi.
«Ci siamo ispirati a due famose serie televisive che stanno riscuotendo tanto successo, The Walking Dead e Z-Nation. Ma abbiamo messo anche del nostro per creare una storia che si evolvesse in modo completamente diverso» sottolinea il regista Rudy Fiore, che ha scelto di utilizzare il tema dei morti viventi, «perché in Italia l’argomento è poco utilizzato. Abbiamo voluto fare qualcosa che raramente fanno qui da noi».
«Abbiamo lavorato quattro anni su Z-Survivor. Le riprese, durate due anni, sono state fatte tra Bitonto e l’abbandonato Carrefour di Bari. Abbiamo avuto anche l’aiuto del comune di Bitonto, che ci aiutato a fare le riprese all’interno del Torrione Angioino e in strada» continua Fiore, ricordando che «il progetto iniziale era di proiettarlo in qualche sala cinematografica, ma poi abbiamo optato per la diffusione su Youtube, che è molto più accessibile a tutti e ci ha dato la possibilità di spezzarlo in cinque episodi per poterlo diffondere meglio (attualmente sono disponibili i primi due, gli altri lo saranno nei prossimi giorni, ndr)».
«Ci sono altri progetti futuri. Stiamo scrivendo una sceneggiatura un po’ più articolata e cerchiamo di avere anche qualche sovvenzionamento. Siamo in contatto con alcune case di produzione per fare qualcosa di più grande, anche a livello nazionale. Non sul tema zombi, questa volta, ma più fantascientifico sull’inquinamento e sui viaggi spazio-temporali» conclude il regista che, nella realizzazione, è stato aiutato maggiormente dai quattro componenti dello staff: Lorenzo Fornarelli, Vincel Spina, Saverio Damiani, Tony Lupelli e Pietro Fornarelli.