Avete presente la memorabile rincorsa di un trafelato Aldo Fabrizi ad un al solito callido Totò nell’eterno “Guardie e ladri” di Mario Monicelli? Bene, cancellate tutto. Preistoria. Oggi, urge aggiornare le modalità dell’inseguimento 2.0.
La tecnologia entra con autorità a dirimere le annose questioni fra gli zelanti tutori dell’ordine e i violatori seriali dello stesso.
Da un po’ di tempo a questa parte, da un lato le faticose attività d’indagine, dall’altro le vili operazioni di spaccio, vanno avanti con una grossa novità. Nel cielo della sera bitontina, non è infrequente osservare piccolo aggeggi ronzanti come mega zanzare.
Ci sa siano, è presto detto. Droni. Già, per scovare negli anfratti più ascosi pusher impegnati a disseminare porcherie o per evitare uomini in divisa che potrebbero bruscamente interrompere il malaffare, vengono usati codesti marchingegni per i quali ci vogliono patente e libretto. Dunque. Non sappiamo chi fra i paladini della legalità e i corifei del malaffare la spunterà.
L’unica cosa certa è che chi delinque è un grandissimo drone a vento…