Sono terminati, mercoledì sera, i lavori allo storico Canale Principale di Acquedotto Pugliese, che dal fiume Sele in Campania porta l’acqua delle sorgenti in Puglia dopo aver percorso 245 chilometri.
Lunedì scorso, il canale, in grado di trasportare fino a cinquemila litri al secondo, è stato svuotato per far fronte alla necessità di verificare lo stato di dissesto ed eseguire lavori di manutenzione in profondità.
Per tre giorni, l’acqua è, dunque, tornata a defluire nel fiume Sele e questa sera i serbatoi riprenderanno la dotazione ordinaria permettendo così il suo normale corso anche nella provincia di Bari.
Oltre cento tecnici di Acquedotto Pugliese sono stati coinvolti nei lavori di interruzione. Tra i quindici impegnati nelle attività di ispezione all’interno della Galleria ci sono stati due bitontini.
Si tratta dell’ingegnere Nicola Sicolo, Responsabile dell’Unità Pianificazione Idrica dell’Area Grandi Vettori, Serbatoi e Impianti, e del dott. Gerardo Ventafridda, geologo dell’Area Grandi Vettori e Serbatoi, nonché direttore di esecuzione del contratto dei lavori delle indagini strutturali all’interno della Galleria Santa Maria dei Santi.
Degna di nota la loro decennale esperienza nei suddetti settori.
«È un grande onore per un ingegnere idraulico come me –ha raccontato ai nostri taccuini Nicola, che ha pianificato tutte le attività partite dal 4 gennaio- far parte di un’azienda così importante come Acquedotto Pugliese, poi di un gruppo così ristretto di colleghi convolti in una attività tanto rischiosa ma indispensabile per la distribuzione idrica di tutta la Puglia. L’esperienza è stata emozionante e mi dato la giusta carica e passione per continuare a fare ancora meglio».
L’interruzione del flusso d’acqua verso i serbatoi pugliesi e in parte campani e lucani, nonostante l’intrinseca complessità, non ha arrecato danni alla cittadinanza, almeno fino ad oggi, grazie ad un sistema di acquedotti interconnessi tra loro che fatto dell’Aqp un unicum a livello internazionale.
Grandi impianti di potabilizzazione, serbatoi e impianti di sollevamento adeguatamente dimensionati hanno garantito la normale erogazione idrica per tutta la durata dell’intervento. Per eseguire i lavori è stato necessario procedere all’apertura delle paratie della Galleria Camillo Rosalba, alle sorgenti Madonna della Sanità di Caposele, sotto l’innevato monte Paflagone, operazione che, per la sua complessità, è durata alcune ore.
Solo dopo, i tecnici di Acquedotto Pugliese hanno potuto accedere al primo tratto del Canale, la Galleria Pavoncelli, ormai privo di acqua, per eseguire la sostituzione delle sonde che lungo tutta la galleria segnalano il livello dell’acqua e ispezionare il più possibile in profondità l’intera galleria, esposta a ogni possibile intervento o sollecitazione della natura.
Costruito tra il 1906 e il 1918, il Canale, attraversa nel suo lungo tragitto il massiccio appenninico e murgese, e giunge in Puglia, nei pressi di Monte Fellone in provincia di Brindisi. La Grande Opera, nel corso degli anni, è stata esposta a due eventi sismici di particolare entità ed a diversi smottamenti causati dalla natura del suolo. Tali fenomeni, uniti alle caratteristiche costruttive del canale, in parte realizzato in materiale laterizio, hanno determinato schiacciamenti e lesioni nei tratti più esposti alle sollecitazioni. Diversi interventi sono stati eseguiti nel corso degli anni.
«Percorrendo il Canale Principale e vedendo nel buio dell’interno molti segni e scritte risalenti agli inizi del secolo scorso mi ha fatto pensare a tutti i colleghi che nella storia hanno dato tanto per trasformare la nostra Regione da terra arida e destinata alla povertà a quello che è oggi».
Nicola e Gerardo, insieme al loro team, sono stati impegnati nelle attività di rilievo e verifica dello stato di dissesto dello storico Canale Principale, a profondità di diverse centinaia di metri sotto le montagne irpine, con temperature sotto lo zero, percorrendo a piedi metro dopo metro un totale di più di 25 km in tre giorni all’interno di un buio tubo attrezzati di torce, strumenti di misura, macchina fotografica e tanta passione per il proprio lavoro.
Prezioso, allora, è stato il contributo dei due bitontini e singolare la loro esperienza.
«Un pensiero lo rivolgo a tutti i colleghi di AQP, ma in particolare ai 100 colleghi che per il successo di questa operazione e per il bene della nostra Puglia hanno lavorato e lavoreranno almeno fino stasera giorno e notte con noi, tra ghiaccio, fango e acqua, con la solita grande dedizione e passione che contraddistingue chi ama profondamente il nostro mestiere».