Era l’8 gennaio 1980, 39 anni fa, quando a Milano, in via Schievano, le Brigate Rosse uccidevano con un efferato agguato tre agenti di polizia in servizio presso il commissariato di Porta Ticinese. Con il vicebrigadiere Rocco Santoro e l’appuntato Antonio Cestari, anche il 25enne bitontino Michele Tatulli.
Gli agenti in borghese erano in una Fiat Ritmo, un’auto civetta, impegnati in quello che credevano essere un normale giro di perlustrazione della città. Ma non si accorgono di essere tallonati da una 128 bianca, su cui siedono quattro brigatisti: Barbara Balzerani, Mario Moretti, Nicolò De Maria e Nicola Gianicola. In pochi secondi si consuma il dramma. Le Br sparano una raffica di colpi con armi automatiche e per i poliziotti non ci sarà nulla da fare: non riescono nemmeno a reagire e muoiono riversi sui sedili.
Il Comune di Bitonto, come ogni anno, ha ricordato quella tragica giornata rendendo omaggio al proprio figlio, ponendo una corona di fiori a Palazzo Gentile nei pressi della lapide commemorativa e con un momento di preghiera al Cimitero.
La cerimonia si è svolta alla presenza dei parenti della vittima, del vicario del Questore di Bari, dott.ssa Rosa Romano, gli agenti del Commissariato di Bitonto con il dott. Antonio Limongelli e l’associazione Polizia di Stato, dedicata proprio a Tatulli.
“Michele Tatulli ha pagato un sacrificio ma non esiste indennità di rischio per giustificare il prezzo di una vita – ha commentato il sindaco Michele Abbaticchio –. Siamo noi quelli che ogni giorno devono impegnarsi a garantire pace ed equilibrio nella comunità civile, noi che dobbiamo rispettare la Costituzione italiana, noi che crediamo ancora in un futuro in cui non sia necessario che uomini e donne delle forze dell’ordine imbraccino armi in guerre non decise da alcuna democrazia. Grazie alla famiglia di Michele, alle sue sorelle, alla Polizia di Stato il nostro Comune può ancora ospitare la speranza di un messaggio migliore”.