Oltre 50 pagine per sottolineare che il bilancio 2017 e i precedenti sono in perdita. Che le perdite sono da additare agli appalti presi fuori Bitonto. Ma anche che l’Azienda servizi vari ha tutte le potenzialità per rimettersi in careggiata, che è sana e che già si sta impegnando per far quadrare i conti. Che dovrebbero essere già migliori a partire dall’anno prossimo, grazie al lavoro portato avanti dal nuovo Consiglio di amministrazione.
Dopo tanto attendere, è finalmente arrivato il Piano di risanamento dell’Asv, chiesto a più riprese da amministrazione e Consiglio comunale, anche per capire quale sarà il futuro della storica azienda municipalizzata bitontina.
Che, a leggerlo, sembra più roseo di quello che in tanti hanno prospettato. Sia pur pieno di incognite, in primis la tanto famigerata gara a doppio oggetto fortemente annunciata e voluta da Palazzo Gentile.
Anno 2017 in rosso. L’anno scorso, come però già ampiamente noto anche tramite le battaglie del consigliere comunale Michele Daucelli (Insieme per la città), il bilancio aziendale è stato in rosso. Si legge, infatti, che “dall’esame del bilancio di Esercizio 2017 della suddetta società controllata, è emersa una perdita di esercizio pari a Euro 319.624,00, che si aggiunge alle perdite registrate nei precedenti esercizi 2015 (- Euro 80.522,00) e 2016 (- Euro 155.674,00) e portate a nuovo. È stata registrata altresì una diminuzione del patrimonio netto rispetto all’esercizio precedente passando da euro 6.379.423,00 a euro 6.059.800,00 a causa della perdita di esercizio di euro 319.624,00, come risulta dallo Stato patrimoniale”. Altrimenti detto, tre livelli (su otto) di soglia di criticità sono stati negativi.
E anche il 2018 potrebbe avere più di qualche problema. Leggiamo: ”Il primo semestre presenta ancora un trend della performance calante”, ma soprattutto l’anno che sta per chiudersi pagherà “lo scotto dello start up dei nuovi tre appalti (Mesagne, Santeramo e Grumo)”, cioè di alcuni appalti relativi all’AroBa4.
Il Consiglio di amministrazione, però, ha la ricetta: “Questo Organo di gestione non ritiene necessario che la previsione di ripianamento delle perdite passi dai soci con un aumento di capitale o con un trasferimento straordinario di partecipazioni o rilascio di garanzie. Questa nuova amministrazione è convinta che l’equilibrio finanziario, inteso come riallineamento dei flussi finanziari in entrata e in uscita, non potrà essere raggiunta stabilmente senza un recupero dell’equilibrio economico”.
Galeotti sono stati gli appalti “fuori”. Come già evidenziato in precedenti occasioni, l’Asv ha iniziato a vedere rosso da quando ha allargato ha messo la testa fuori da Bitonto. Perché i tanti appalti presi fuori negli ultimi anni, forse, non sono stati gestiti proprio al meglio. “l’ASV spa negli ultimi tre anni – si legge sempre nel Piano – ha intrapreso la strada della crescita industriale mediante la partecipazione a gare di appalto su nuove commesse (alcune a distanza di molti chilometri dalla sede legale o, addirittura, fuori Regione).
Purtroppo il dato che va registrato è l’inadeguata programmazione del piano industriale. Ciò ha generato uno scossone all’organizzazione interna ed alla struttura economica e finanziaria dell’azienda. Nel caso specifico, si è passati da 50 anni di attività in favore di un solo cliente (per di più, azionista di maggioranza), alla gestione del servizio di igiene urbana di ben cinque Comuni (e fra non molto sei), di cui uno, fuori Regione”. Dunque, allora, sia pur si tratta di qualcosa di cui andare orgogliosi, qualche aspetto poteva anche essere affrontato meglio, allora. Anche perché “la molteplicità delle risorse umane e tecniche, i numerosi interlocutori, la gestione delle partnership con le aziende con le quali si è intrapresa l’esperienza dell’associazione 19 temporanea d’impresa e, infine, le implicazioni di carattere finanziario che la citata espansione ha generato, sono tutti fenomeni da governare”.
Tanto per intenderci, dal 1°novembre 2017 al 16 febbraio 2018, l’Azienda servizi vari ha attivato ben tre nuovi appalti (Mesagne, Santeramo in Colle e Grumo Appula) che si sono aggiunti a quello storico in Bitonto e alla prima esperienza di gestione di un appalto fuori Regione, Cerveteri (Roma), portato avanti fin da dicembre 2016.
Come sarà il futuro? Il Consiglio di amministrazione, insediatosi a luglio, ha avviato le pratiche per risanare le casse della partecipata. E che dovrebbero dare i frutti già a partire dal prossimo anno. “La manovra correttiva dovrà partire da un intervento programmatico sui conti aziendali che negli ultimi tre anni hanno provocato il superamento delle cosiddette soglie di allarme. Per il 2019 e gli anni prossimi, si può agevolmente dire che dal punto di vista programmatico la prima delle tre “soglie” si è dimostrato di poterla rispettare. Le altre due soglie individuate nel “Programma di misurazione del rischio di crisi aziendale” ai sensi dell’art. 6 del DLgs n.175/2016 e cioè i 150 gg. massimo di incasso dai clienti (le Amministrazioni pubbliche notoriamente mai sollecite e puntuali nei pagamenti), devono continuare ad essere un obiettivo da coltivare e possono essere rilevati a consuntivo. In merito ai 150 giorni minimo di pagamento dei fornitori, è forse opportuna una revisione dell’obiettivo che deve mirare al più a non essere inferiore ai giorni medi di incasso dai clienti”.
Dal Comune: “No ad altri appalti fuori Bitonto”. Il Piano di risanamento, ovviamente, è arrivato sui banchi della Giunta comunale, che ha deciso di prendere il toro per le corna. Dal sindaco Michele Abbaticchio, infatti, è arrivato un no categorico e secco “ad eventuali proposte di partecipazione a ulteriori procedure di gara inerenti all’affidamento – al di fuori del territorio comunale di Bitonto – di servizi ricompresi nell’oggetto sociale, nelle more della conformazione della società medesima al modello di società mista così come attualmente ammessa”.