Che cosa hanno in comune la disposizione dei petali di rosa e dei semi nelle mele, la forma a spirale di alcune conchiglie, gli ammassi di galassie, un quadro come il Sacramento dell’Ultima Cena di Salvador Dalì o magari il Partenone o la grande piramide di Giza e la successione di Fibonacci, un numero per molti versi ancora più misterioso del pi greco, ma rispetto a quest’ultimo meno noto, ci riferiamo ad una proporzione geometrica scoperta dai pitagorici e definita da Euclide come “numero aureo”, “rapporto aureo” o “sezione aurea”.
Il rapporto aureo, indicato con phi è un numero irrazionale e cioè non esprimibile con una frazione e ha infinite cifre decimali prive di ripetizioni, questo rebus della natura non ha affascinato solo matematici, ma biologi, artisti, musicisti, storici, architetti, psicologi e perfino mistici che hanno indagato e discusso la sua inattesa presenza nei campi più diversi. Il fascino di questo enigmatico mistero dipende infatti dalla sua incredibile propensione a comparire dove meno lo si aspetta e soprattutto in situazioni e fenomeni apparentemente privi di qualunque collegamento.
Con il diffondersi della nozione di proporzione divina e con il generale riconoscimento dell’importanza della matematica per la prospettiva molti artisti incominciarono ad avvalersi nelle arti raffigurative del rapporto aureo, come si evince nella Madonna di Ognissanti di Giotto di Bondone (1267-1337), nella Madonna Rucellai (del 1285) di Duccio di Buoninsegna (1240- 1302) e nella Madonna di Santa Trinità di Cimabue (1240-1302).
L’elenco di opere in cui questa proporzione geometrica compare nella forma di rettangoli aurei che circoscrivono le immagini raffigurate è vasto e comprende anche la Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci.
Con un salto in avanti nel tempo troviamo altri artisti del movimento cubista che si appropriano di questa regola geometrica, sostenendo che questa proporzione fosse stata alla base dell’architettura dell’antica Grecia.
Cosa evinciamo da questo enigma del mondo fisico, che la matematica ha un’esistenza indipendente dagli uomini che hanno scoperto o inventato i suoi principi? L’Universo è di per sè matematico?
Sembra appropriato concludere col noto aforisma del fisico britannico sir James Jeans che riecheggiando Platone si chiedeva: “Dio è un matematico?”