Chi è stato realmente Nerone? Non ho la presunzione di porre la parola fine su una questione storica che divide in due gli esperti, come una mela affettata con il coltello, ma semplicemente chiarire un punto di vista odierno su questo tema che si discosti da tutte quelle informazioni viziose che hanno guidato il giudizio comune su una delle personalità della Storia antica più controversa di sempre.
Non intendo dilungarmi sulla biografia di questo principe Romano, con la cui morte si concluse la dinastia Claudia, ciò che oggi vi raccontiamo è quanto è strettamente condiviso da molti storici che hanno riabilitato la sua figura e il suo operato e non per allinearsi ad una cultura falsamente revisionistica, ma per dare giustizia ad un personaggio ingiustamente screditato non per le sue colpe, ma per i suoi meriti.
Lucio Domizio Enobarbo, detto Nerone, fu difatti uno statista eccellente e Roma con lui conobbe una fase di crescita difficilmente eguagliata nei secoli successivi. E’ vero che si rese colpevole dell’assassinio della madre Agrippina, della moglie Ottavia e del suo mentore Seneca, ma è altrettanto vero che queste azioni non vanno analizzate con un metro di giudizio moderno, ma contestualizzandole con il periodo in cui queste furono perpetrate. Agrippina era una fredda e spietata manipolatrice, disposta a tutto per ottenere il potere, Ottavia era impopolare alla plebe di Roma e Seneca aveva partecipato a ciò che è passata alla storia come “La congiura di Pisone”. Azioni come queste non possono essere comodamente giustificate, ma incastonandole nel tessuto storico in cui si verificarono, la condotta e l’operato di Nerone non si discosta né da quella degli imperatori precedenti né dai successivi.
E anche a riguardo del tanto discusso incendio che scoppiò a Roma il 18 Luglio del 64 d.C. che durò per 9 giorni devastando l’intera città, va considerato che questo genere di incidenti era molto comune nella città di Roma, vista la tipologia delle costruzioni in legno delle abitazioni e non dimentichiamoci che fu proprio Nerone a preoccuparsi di soccorrere i senza tetto e le vittime dell’incendio. Senza omettere che una vera responsabilità delle prime comunità cristiane potrebbe essere plausibile, visto che Roma veniva comunemente identificata da questi come “Babilonia la Grande” e “La Città dai sette colli” con il “Drago con le sette teste” dell’Apocalisse.
La colpa di Nerone fu solo una, di essere straordinariamente moderno e inattuale, nonostante il suo narcisismo e la sua spiccata megalomania, di aver governato per il popolo contro le oligarchie e che gli storici a lui coevi soprattutto Tacito e Svetonio, che hanno partorito le sue biografie fino ad una definitiva damnatio memoriae, erano politicamente schierati nella parte avversa alla sua.
Lo ricordiamo con le parole di Massimo Fini saggista italiano “La realtà è che Nerone fu un grandissimo uomo di Stato. Durante i quattordici anni del suo regno l’Impero conobbe un periodo di pace, di prosperità, di dinamismo economico e culturale quale non ebbe mai né prima né dopo di lui.”
(Testo consigliato per eventuale approfondimento del tema trattato: “Nerone: duemila anni di calunnie”. Autore: Massimo Fini)