E’ la mattinata di un’afosa giornata di giugno, è ora di colazione, ci si prepara per gli ultimi giorni di scuola, per l’inizio delle sessioni d’esami negli istituti di ogni ordine e grado, quando all’improvviso nei notiziari tv scorrono le prime immagini della torrida campagna pugliese, al confine tra il brindisino e il tarantino.
Appare fin da subito chiaro che non sarà uno spot turistico, non vedremo le masserie stellate, meta dei vip, le riserve marine protette, le città bianche dei dintorni, quei borghi caratterizzati da case imbiancate a calce che conferiscono loro un aspetto luminoso e caratteristico, soprattutto durante le giornate di sole. Niente di tutto questo: nelle immagini appare una campagna desolata, ulivi millenari infestati dalla xylella, viuzze di campagna in una terra di nessuno, muretti a secco, pattuglie in ordine sparso, la cornice ideale di una tragedia annunciata, quella della crudele uccisione di un carabiniere ad opera di due rapinatori balordi in fuga da una rapina.
Ma non è finito qui, perché alla tragedia non v’è mai fine e ce ne rendiamo conto quando vengono fuori gli ulteriori macabri particolari: l’ultima giornata di servizio del carabiniere prima dell’imminente pensionamento ed anniversario di matrimonio (il trentatreesimo), la festa d’addio già organizzata in caserma con i suoi devoti commilitoni.
Sono quelle tragedie che nei nostri paesini del sud toccano davvero tutti, e lo si sente in quelle poche dichiarazioni estorte, a commento, dai suoi compaesani, il vicino di casa, il barista che gli serviva il caffè prima di montare in servizio, il prete, il collega. E poi, ancora, vedi la madre ottuagenaria del carabiniere che impreca il fato per la morte prematura di un figlio che è cosa contro natura per dei genitori sopravvissuti, la moglie del carabiniere, la cui dignitosa postura, immortalata in uno scatto durante i funerali, sembra dare consolazione e conforto financo al Capo dello Stato affranto al suo cospetto.
Quanta verità in chi descrive Legrottaglie desideroso di andare in pensione, non tanto per dismettere quella divisa oramai attaccata al corpo, piuttosto per stare più vicino alla famiglia, a quelle figlie gemelle, in età adolescenziale, che l’avranno atteso da tanto tempo tra una missione e l’altra.
Non è un eroe Carlo, no, è solo uno dei tanti dimenticati Carabinieri che fa il suo dovere: scende dall’auto di servizio con un collega e rincorre i banditi, che hanno sessant’anni come lui ma che non hanno alcuna intenzione di andare in pensione. Uno si volta e spara, il colpo raggiunge l’arteria iliaca.
Qualcuno si è chiesto “quante probabilità ci sono che il proiettile di un bandito perfori l’arteria iliaca di un carabiniere in movimento, alla vigilia della pensione?” Risposta: una su un miliardo. Opera di un destino beffardo, al quale stavolta non ci inchiniamo.
Mentre ci inchiniamo a Legrottaglie Carlo, brigadiere, che sognava di girare la Sicilia e la Valle d’Itria in moto.
(foto dal web)