Da Sinistra Italiana-AVS Bitonto riceviamo e pubblichiamo:
Il silenzio della maggioranza nel sacrificio degli Ulivi.
Il Consiglio Comunale monotematico di Bitonto del 20 giugno, incentrato sull’impianto fotovoltaico in località “Pozzo delle Grue”, verrà ricordato per l’eco di polemiche scaturite dalla “faida”, interna all’unico partito presente in seno all’attuale maggioranza, ma anche per la profonda amarezza che è derivata dall’assenza di gran parte dei consiglieri a sostegno dell’amministrazione Ricci.
Delusione amplificata anche dall’azione del presidente del consiglio che alla prima occasione utile, non tollerando le critiche e le osservazioni contro l’operato dell’assessore suo compagno di partito, decide di sospendere la seduta ben sapendo che non possa essere più ripresa per mancanza del numero legale.
E così la discussione con le associazioni ambientaliste e i rappresentanti della Confederazione Agricoltori Italiani, che avrebbe dovuto essere un momento di confronto democratico sul tema naturalistico, paesaggistico e ambientale a salvaguardia del suolo naturale e agricolo, si è scontrata con l’assenza significativa dei consiglieri di maggioranza e soprattutto con un nulla di fatto, tanto a dimostrare ancora una volta la scarsa sensibilità a tali argomenti.
A questo punto Sindaco e maggioranza dovrebbe chiedere scusa ai propri elettori per aver dimostrato l’incapacità nel governare simili processi.
L’assenza della maggioranza su un argomento così sensibile, che non avrebbe richiesto alcun voto, ma solo un ascolto e un dibattito costruttivo, è stata interpretata come un disinteresse preoccupante. Un’occasione persa per mostrare vicinanza alla comunità e alle sue preoccupazioni, un segnale che il consumo di suolo naturale e la tutela del nostro prezioso patrimonio agricolo non sono forse in cima alle priorità di tutti.
Bitonto è sinonimo di ulivi, di paesaggi che raccontano storie secolari, di una terra che ha nutrito generazioni. E il silenzio di chi dovrebbe rappresentarci su queste tematiche così delicate suona ancora più forte.
Se a tutto ciò si aggiunge che il presidente del Consiglio, nel tentativo di conciliare le diverse prospettive, ha esteso l’invito non solo alle associazioni ambientaliste, voci autentiche di chi vive e difende il territorio, ma anche agli uffici tecnici regionali, comunali e dell’ASI, facendo emergere la frizione lampante tra le argomentazioni politiche espressione della volontà della comunità e la rigidità della gestione amministrativa peraltro per un impianto già autorizzato, ecco manifestata l’incapacità della maggioranza ad assumersi responsabilità sul proprio operato.
I tecnici sono chiamati a difendere i propri atti amministrativi, purché ritenuti corretti dal punto di vista formale.
Ma la tutela del paesaggio e la salvaguardia del suolo naturale e agricolo non possono essere ridotte a meri cavilli burocratici.
La politica ha l’obbligo di intervenire, per orientare le scelte amministrative verso il bene comune.
Inquietante è stata la difesa del direttore dell’ASI riguardo all’autorizzazione rilasciata, soprattutto sulla questione del rapporto di copertura. Alla domanda di un consigliere di opposizione, il direttore ha affermato che in zona ASI, per i parchi fotovoltaici, non dovrebbero essere rispettate le superfici copribili massime. Un’affermazione che cozza clamorosamente con la normativa.
L’articolo 20, comma 1, del D.Lgs. n. 199/2021 è chiaro: i decreti ministeriali devono stabilire, per le aree idonee, tra le altre cose, “la massima porzione di suolo occupabile dai suddetti impianti per unità di superficie”.
Questa presunta “inconfigurabilità di limiti” è un grido d’allarme. Il suolo non è una risorsa infinita da sacrificare indiscriminatamente. Ogni metro quadrato di terra naturale e agricola perso è un pezzo di futuro che se ne va, un patrimonio di biodiversità, di produzione alimentare, di bellezza paesaggistica che si sgretola.
Pertanto, in assenza una specifica disciplina tecnica regionale si attui quanto prescritto dalle norme tecniche di esecuzione del piano regolatore del Consorzio ASI Bitonto Giovinazzo, che al paragrafo 52 “Aree per attrezzature tecnologiche” prevedono un rapporto di copertura massimo del 60% e la presenza di almeno 1 albero ogni metro quadro di superficie coperta.
Ed era in tal senso che AVS-Sinistra Italiana, Partito Socialista e Strada in Comune hanno depositato e volevano che si discutesse a conclusione della seduta consigliare la mozione/atto di indirizzo contro il consumo di suolo naturale e agricolo per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili.