«Da oltre tre anni dalla riconversione urbanistica dell’area PIP in zona APPEA, non si registrano né benefici economici né miglioramenti infrastrutturali. Anzi, imprese e privati risultano penalizzati da nuove restrizioni e da un aggravamento burocratico che ostacola lo sviluppo». È l’allarme lanciato dal consigliere comunale Onofrio Altamura in un’interrogazione urgente presentata al sindaco di Bitonto il 29 maggio, firmata anche da Domenico Damascelli, Francesco Toscano e Carmela Rosiello.
I firmatari puntano il dito contro «l’assenza di ricadute positive e la presenza di nuove penalizzazioni» a seguito della trasformazione della zona industriale: «La nuova zonizzazione – spiegano – ha comportato la ritipizzazione di diversi lotti privati, alcuni dei quali sono stati vincolati ad attrezzature di interesse collettivo, isole ecologiche, viabilità e pannelli fotovoltaici a terra». Risultato? «Numerosi lotti risultano oggi parzialmente o totalmente inedificabili».
Ma non è tutto. Altra questione critica è la modifica delle distanze minime: «Il nuovo regolamento ha aumentato da 5 a 10 metri la distanza tra i corpi di fabbrica e le mura di cinta, con un’evidente riduzione del sedime edificabile».
Altamura e colleghi lamentano anche «l’istituzione di un nuovo organo di valutazione, la Commissione APPEA, che impone ulteriori documenti e rallenta notevolmente l’iter burocratico per chi vuole avviare nuove attività». A tal proposito, si chiede al sindaco «quali iniziative si intenda adottare per snellire le procedure e incentivare realmente lo sviluppo economico della zona».
Un passaggio particolarmente critico riguarda l’errore nei Certificati di Destinazione Urbanistica: «Dal 25 marzo 2022, data di approvazione della variante, i suoli ex PIP avrebbero dovuto essere indicati come zona APPEA. Invece, nei certificati rilasciati dal Comune continuava a comparire genericamente “zona D1” (artigianato e piccola industria), inducendo in errore imprenditori che hanno avviato investimenti oggi non più realizzabili». Secondo l’interrogazione, «solo nel 2024 si è iniziato a indicare correttamente la nuova tipizzazione».
I consiglieri chiedono quindi chiarimenti puntuali:
1. «Quali ricadute economiche ha prodotto la riconversione e quanti nuovi insediamenti sono stati realizzati?»
2. «Sono state costruite infrastrutture per la mobilità sostenibile? E quali servizi per aumentare la competitività delle imprese?»
3. «Si intende rimuovere la penalizzazione legata all’aumento delle distanze minime tra i fabbricati?»
4. «Si pensa di snellire l’iter burocratico causato dalla Commissione Appea?»
5. «Si è disposti a rivedere il Piano di Zonizzazione e il Regolamento di Attuazione per consentire ai proprietari dei lotti ex PIP di realizzare opifici come previsto prima della riconversione?»
Un’interrogazione che fotografa una situazione di stallo e, secondo i proponenti, di evidente regressione: «La tanto attesa rifunzionalizzazione dell’area – concludono – non ha prodotto né nuovi servizi né crescita economica, ma solo vincoli e disincentivi».