Da un gruppo di residenti di Piazza Cattedrale, riceviamo e pubblichiamo.
In Piazza Cattedrale si respira un silenzio che sa di resa. Surreale!
Le stesse pietre che per secoli hanno raccontato la grandezza di Bitonto oggi sembrano osservare, immobili, un luogo che si svuota di vita.
Un tempo c’erano famiglie, botteghe, turisti e profumi di pane e buon cibo. Ora restano saracinesche abbassate, vetrine vuote e passi veloci che attraversano la piazza senza fermarsi.
«Ogni notte è un incubo», racconta Rosa (nome inventato), residente da oltre trent’anni. «Urla, motorini, bottiglie rotte… non dormiamo più. Abbiamo paura perfino ad affacciarci al balcone. Ci sentiamo soli, dimenticati. Abbiamo paura per i nostri figli, ormai grandi, qualora si ritirino dopo le 22:00» Le sue parole non sono un caso isolato. Sono la voce di una comunità intera, stanca e disillusa, che vede il proprio centro storico scivolare lentamente nel degrado.
Molti commercianti hanno abbandonato la zona. C’è chi ha provato a resistere, come l’imprenditore che aveva aperto un punto H24 per dare un servizio alla città. Ma anche quella buona idea, oggi, è diventata fonte di angoscia: «Di notte arriva di tutto – spiega un abitante della Piazza, la più bella della Città –. Non si tratta di clienti, ma di persone che cercano solo confusione e creano disordini e minacciano la nostra sicurezza. E nessuno controlla.»
Ed in realtà, ad ogni ora del giorno e della notte stazionano ragazzacci che disturbano la quiete pubblica e molestano gli avventori del punto H24, i passanti e gli abitanti … rendendo invivibile la piazza!
I residenti di Piazza Cattedrale sono arrivati al limite. Non chiedono più interventi straordinari o promesse lontane: chiedono presenza, ogni giorno e ogni notte.
La proposta che si fa largo tra i cittadini è chiara e condivisa: un presidio fisso della Polizia Locale, sfruttando l’ampliamento recente della pianta organica comunale, per garantire vigilanza costante nelle ore diurne e scoraggiare bivacchi e vandalismi; pattuglie notturne congiunte di Polizia e Carabinieri, per restituire sicurezza e tranquillità a chi abita, lavora o semplicemente passeggia nella zona.
«Non vogliamo blindare la piazza – spiega Michele (nome inventato), anziano del quartiere –. Vogliamo solo sentirci al sicuro. Qui c’è una delle cattedrali più belle del Sud, eppure la notte sembra terra di nessuno. È assurdo.»
La paura si accompagna a un danno economico evidente: gli immobili perdono valore, gli affitti calano, i turisti arrivano ma restano poco, infastiditi da un clima di insicurezza che stride con la magnificenza del Duomo romanico, fiore all’occhiello di Bitonto e di tutta la Puglia.
«Questa piazza era la nostra casa – dice Rosa guardando il sagrato –. Ora è come vivere in un posto che non ci appartiene più.»
Dietro quelle parole c’è una richiesta semplice ma profonda: che Bitonto torni ad avere cura del suo cuore, che la presenza dello Stato e delle istituzioni si faccia concreta, visibile, amica. “Perché la bellezza, da sola, non basta più. Servono occhi, mani e cuori che restino”. Come scriveva Seneca: “Pulchritudo sine virtute corpus est sine anima” — la bellezza senza virtù è come un corpo senza anima.

















