DI PASQUALE RAPIO
La crisi climatica, idrica ed energetica rappresentano sfide interconnesse che richiedono un impegno coordinato e tempestivo a livello locale e globale. La crisi idrica, strettamente legata alla crisi climatica, si manifesta con una diminuzione delle precipitazioni e un aumento degli eventi siccitosi, che minacciano la disponibilità di risorse idriche, specialmente in regioni come il Sud Italia. Contrastare la crisi climatica implica una transizione energetica basata su fonti rinnovabili, con il fotovoltaico quale elemento chiave per rispettare gli obiettivi degli Accordi di Parigi 2015 e la roadmap europea al 2030.
Nel contesto locale di Bitonto, la gestione sostenibile delle risorse idriche passa attraverso il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, una pratica che può migliorare la disponibilità idrica e la sostenibilità ambientale. L’impianto di depurazione di Bitonto, con una capacità di 9.500 mc giornalieri, è potenzialmente idoneo a questo scopo, ma attualmente non è dotato di impiantistica adeguata per il riutilizzo dei reflui. L’impianto, situato nel Parco di Lama Balice, dovrà essere delocalizzato a causa dei vincoli ambientali, e si prevede un investimento di circa 11 milioni di euro per l’adeguamento di un nuovo impianto, con lavori programmati dopo il 2029
Dal punto di vista strategico, appare più efficace individuare sin da subito un’area idonea per realizzare un nuovo impianto dotato di sistemi di recupero e riutilizzo delle acque reflue, piuttosto che investire nell’adeguamento di un presidio ormai da delocalizzare. In alternativa, qualora non fosse possibile trovare un sito adeguato, si potrebbe valutare il collettamento dei reflui urbani verso il depuratore di Bari Ovest, evitando così un impiego non ottimale delle risorse pubbliche.
Questa scelta sarebbe coerente con le pratiche di gestione sostenibile delle risorse idriche adottate in Puglia, dove sono in corso progetti per il riutilizzo delle acque depurate a sostegno dell’agricoltura e della resilienza idrica
Per quanto riguarda la crisi energetica, la polemica locale sul fotovoltaico a terra, che sottrae terreno agricolo, evidenzia la necessità di promuovere soluzioni alternative come il fotovoltaico sui tetti e le comunità energetiche rinnovabili. Queste ultime rappresentano un modello innovativo, sostenuto da finanziamenti europei (PNRR e FESR), che coniuga benefici ambientali, sociali ed economici, favorendo una transizione energetica sostenibile e partecipata.
In relazione a queste due azioni fondamentali — il riutilizzo delle acque reflue e la promozione del fotovoltaico sostenibile — la domanda rivolta all’amministrazione comunale di Bitonto riguarda l’effettiva volontà e capacità di attuare interventi concreti. Nonostante le rassicurazioni ricevute a seguito di una richiesta formale del 22 aprile scorso, non si registrano ancora sviluppi significativi.
Analogamente, si attende un riscontro all’istanza tecnica presentata per la promozione delle comunità energetiche rinnovabili, che potrebbero rappresentare una soluzione efficace e innovativa per affrontare la crisi energetica locale.
In sintesi, un approccio integrato e lungimirante, che privilegi la sostenibilità ambientale e l’ottimizzazione delle risorse pubbliche, è indispensabile per affrontare efficacemente le crisi climatica, idrica ed energetica a livello locale, in linea con le direttive europee e gli obiettivi globali di sviluppo sostenibil e. La responsabilità dell’amministrazione comunale è cruciale nel tradurre queste priorità in azioni concrete e tempestive.