«Big vive». È la scritta dei palloncini argentati davanti alla Basilica dei Santi Medici, a Bitonto, mentre il cielo si riempie di palloncini bianchi e blu e le note di Cenere di Lazza accompagnano l’uscita del feretro di Cosimo Magro, 25 anni, morto sabato all’alba sulla statale 16, travolto da un’auto mentre si era fermato per prestare soccorso a chi aveva avuto un incidente. Dentro la chiesa, la folla è muta. Solo lacrime, applausi e sguardi. «Un impulso, un impatto, un attimo soltanto – ha detto il parroco, don Gerri Zaccaro, nell’omelia – e la vita di Cosimo è passata dalla terra al cielo. Tra il troppo presto per morire e il troppo tardi per vivere non c’è che un attimo, e Dio abita proprio lì. In quell’attimo, senza togliergli il respiro, lo ha fatto passare dalla vita terrena alla vita per sempre».
Poi il sacerdote ha aggiunto: «Cosimo conosceva il respiro, lo cercava ogni giorno in palestra, nella fatica, nella dedizione. E così, anche nel suo ultimo istante, ha atteso quel respiro più lungo, quello della vita vera. Il suo impulso non era improvvisato, ma consapevole: un gesto d’amore che ci insegna che la vita non può essere vissuta solo pensando a sé stessi. È morto andando incontro a qualcuno, e quel gesto resterà per sempre il suo testamento».
Le parole risuonano tra i volti rigati dal pianto di una città intera, che da giorni si stringe attorno alla famiglia. «Dio – ha proseguito don Zaccaro – non chiude, ma apre; non toglie, ma trasfigura. E allora dobbiamo togliere dal cuore ogni rancore, ogni rabbia. Non possiamo uscire da questa chiesa portando con noi il peso dell’odio. Cosimo ci guarda dall’alto, e non vuole che la sua morte diventi rabbia: vuole che continuiamo a vivere anche per lui».
In prima fila, la mamma Elena, il papà Francesco, la fidanzata Alessia, i nonni, gli zii, gli amici di sempre, gli allenatori e tanti giovani, insieme al sindaco Francesco Paolo Ricci e ai rappresentanti del Comune. «È un evento tragico che segna profondamente la nostra comunità – ha detto il primo cittadino – perché è accaduto per un gesto di altruismo e di generosità. Cosimo ci lascia solo fisicamente, ma il suo gesto resta un esempio per tutti, in un tempo in cui la vita sembra non avere più valore. Ricorderemo insieme questo ragazzo bravo, laborioso, pieno di passioni, per la musica, per la palestra, per la vita. Insieme ai suoi amici faremo qualcosa per non dimenticarlo mai».
Poi un applauso lungo, sommesso, e la piazza che si fa silenzio. Sul carro, il feretro ricoperto di fiori bianchi. Attorno, i suoi amici: si tengono per mano, qualcuno sussurra «Ciao Big». E in quel sussurro, tutto il dolore e l’amore di una città che non lo dimenticherà.

















