“In segno d’amicizia, qui siamo stati benissimo”. È la frase, incisa in latino su un segnalibro con l’immagine del Liceo Classico “Carmine Sylos”, che gli ex studenti della III A dell’anno scolastico 1969/70 si sono scambiati durante la loro rimpatriata. Un piccolo gesto, denso di memoria, per suggellare un legame rimasto intatto nel tempo.
Cinquantacinque anni dopo, si sono ritrovati attorno a una tavola, tra sorrisi, abbracci e qualche inevitabile commozione. Tutti con lo stesso desiderio: riconoscersi negli occhi di allora, nelle voci, nei ricordi di un tempo che la vita non ha mai del tutto disperso.
L’incontro, organizzato con cura certosina da uno di loro, è stato anche un modo per ricordare i quattro compagni che non ci sono più. «I cinque anni di liceo sono i più belli – ha detto – perché si cresce insieme in pochi metri quadrati, per cinque ore al giorno, duecento giorni all’anno. Si imparano la condivisione, la simpatia, l’amicizia e anche l’amore».
Come nella canzone di Venditti, “Compagni di scuola”, qualcuno ha sorriso pensando alla più carina del primo banco, qualcun altro ha ricordato la “Divina Commedia” e le lezioni ripetute cento volte, con la stessa voce, dallo stesso professore. C’era l’eco di un tempo ingenuo e appassionato, di cortili e assemblee, di sogni che allora sembravano infiniti.
Oggi, i protagonisti di quella stagione si ritrovano diversi ma uniti da un filo invisibile, quello dell’amicizia vera, che resiste ai decenni e alle distanze.
Una torta, una foto, un brindisi. E quel segnalibro come promessa: “In amicitiae signum hic fuimus optime”, perché certi legami non invecchiano mai.

















