Anche il Comune di Bitonto aderisce a R1PUD1A, la campagna di Emergency che invita i comuni italiani a far sentire la propria voce contro ogni forma di guerra ribadendo con forza il principio sancito dall’articolo 11 della Costituzione («L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo»).
“Un Comune che ripudia la guerra e agisce in favore della pace – sottolinea Emergency – trasmette un messaggio potente e concreto di speranza e impegno, dimostrando ai propri cittadini che l’amministrazione è al loro fianco nella costruzione di un futuro senza conflitti, per loro e per le generazioni future”.
Lo striscione «Questo Comune R1PUD1A la guerra» sarà affisso sulla facciata di Palazzo Gentile, per esprimere pubblicamente il sostegno alla campagna. Un gesto semplice, con una forza simbolica straordinaria, per rappresentare un segno tangibile di unione e determinazione nella difesa dei più alti valori costituzionali.
Ieri nella Sala degli Specchi si è tenuta la cerimonia pubblica per la consegna dello striscione alla presenza del sindaco Francesco Paolo Ricci e dell’assessora Dalila Cariello per l’Amministrazione comunale di Bitonto, della presidente Rossella Miccio, della coordinatrice dell’Ufficio scuola Chiara Vallania e della referente del gruppo di Bari Gabriella Nencha per Emergency.
“Un gesto semplice, ma dal forte valore simbolico, per ribadire l’impegno della nostra città a favore della pace e contro ogni forma di conflitto, come sancito dall’articolo 11 della Costituzione – le parole del sindaco Francesco Paolo Ricci -. Nel nostro stemma cittadino campeggia l’ulivo, messaggio millenario di pace e riconciliazione. È un invito che oggi rinnoviamo con forza, perché la pace non sia solo un’aspirazione, ma una responsabilità quotidiana. Un impegno che passa anche attraverso la cultura, affinché il ripudio della guerra diventi coscienza viva e collettiva”.